Ventun anni di teorie cospirazioniste

Non sono neanche le 9 di mattina dell’11 settembre 2001 che dalle Torri Gemelle del World Trade Center di New York comincia ad innalzarsi una nuvola di fumo nero. Non sono neanche le 9 di mattina dell’11 settembre 2001 che le teorie cospirazioniste su uno degli attacchi terroristici che uccisero oltre 2.600 persone iniziano a circolare online, senza mai veramente fermarsi.

Cosa è successo il nine eleven del 2001

La mattina dell’11 settembre 2001 19 attentatori prendono il controllo di 4 voli di linea partiti dagli aeroporti americani di Boston, Newark e Washington DC. Alle 8:46 il primo aereo, il volo American Airlines 11, si schianta contro la Torre nord del World Trade Center nella città di New York; alle 9.03, un secondo aereo, il volo United Airlines 175, è dentro la Torre sud. Trentacinque minuti più tardi, il volo American Airlines 77 viene diretto dai terroristi contro la facciata ovest del Pentagono. Alle 10.03 un quarto aereo, il volo United Airlines 93, precipita in aperta campagna vicino a Shanksville, in Pennsylvania, in seguito al tentativo dei passeggeri di fermare i dirottatori. Negli attacchi terroristici, in totale, morirono 2.606 persone tra le due Torri Gemelle, 246 sugli altri voli e 125 al Pentagono. E non solo: fra i soccorritori intervenuti subito dopo lo schianto dei 2 aerei al World Trade Center, morirono 343 pompieri durante le operazioni di salvataggio.

Ventun anni di teorie cospirazioniste

Le teorie del complotto

Eppure, dopo gli eventi dell’11 settembre, le teorie cospirazioniste si susseguirono una dopo l’altra in modo veloce, alcune così fantascientifiche da non essere prese sul serio, altre inventate per rimanere negli anni. A primeggiare, tra le teorie complottiste più diffuse negli USA quella secondo cui il Governo statunitense avrebbe nascosto informazioni sull’11 settembre – i risultati di un sondaggio della Chapman University pubblicati nel 2016, parlano di una convinzione pari al 54,3% degli americani. Già alla fine del 2001, alcuni manifestanti anti-Bush iniziano a mostrare cartelli con scritto “Bush knew” (“Bush sapeva”), così come lo slogan “Bush did 9/11” (“Bush causò l’11 settembre”), stampato su magliette vendute in tutto il mondo. Nel 2002, la rappresentante democratica Cynthia McKinney dello Stato della Georgia chiese un’indagine su cosa sapesse quell’amministrazione e quando ne fossero a conoscenza, chiedendo “Cosa hanno da nascondere?”. E poi le leggende improbabili secondo cui gli aerei sarebbero stati creati con degli effetti speciali, che un raggio polverizzante sia stato sparato da un satellite, o che il crollo delle Torri Gemelle sia avvenuto per caduta controllata mediante l’utilizzo di termite, una miscela incendiaria (ma non un esplosivo) usata sia a livello industriale che militare ma inverosimilmente presente in enormi quantità negli edifici.

Ventun anni di teorie cospirazioniste

Fino ad arrivare allo scorso marzo, solo per fare un esempio, quando un video diventato virale in poco tempo mostra un filmato che secondo la fonte svelerebbe come uno degli edifici del World Trade Center di New York non fosse stato colpito da uno dei velivoli dirottati dai terroristi la mattina dell’11 settembre 2001. Stando alle immagini del video, sembrerebbe che l’esplosione avvenga senza alcun “intervento esterno”, senza che l’areo si scagli dentro una delle 2 torri. Il tweet è accompagnato da una didascalia, in russo, che recita, «Un video piuttosto strano è ora popolare in Occidente sui social network. Non si aspettavano che qualcuno che ha filmato gli attacchi dell’11 settembre sul proprio cellulare JVC lo pubblicasse sui social media anni dopo. Dov’è l’aereo?». Il video, che non è un esempio isolato, è stato condiviso da siti cospirazionisti a canali Telegram e post Facebook. Nessun artefatto o manipolazione, in questo caso, ma solo una angolazione diversa (che non inquadra l’aereo) rispetto alle ormai iconiche immagini riprese e mostrate a tutto il mondo dai media internazionali con lo schianto degli aerei contro le torri.

Cosa pensano gli americani

Negli oltre 2 decenni che ci separano dagli attacchi terroristici dell’11 settembre, a susseguirsi sono stati anche i sondaggi sottoposti agli americani sui fatti avvenuti il nine eleven, la sua veridicità e le conseguenze. Nel 2020, secondo il Survey Center on American Life in collaborazione con il Center on American Progress, 1 americano su 6 pensava che i funzionari dell’amministrazione Bush fossero a conoscenza degli attacchi e che li abbiano intenzionalmente lasciati accadere in modo da poter intraprendere una guerra in Medio Oriente. Altri vanno oltre, sostenendo che il governo abbia pianificato ed eseguito gli attacchi. Una analisi del Pew Research sull’impatto dell’11 settembre sulla popolazione americana pubblicata nel 2021, ha rivelato come il 93% dei cittadini dai 30 anni in su ricordi esattamente dove fosse l’11 settembre del 2001. Da quel giorno poi, nonostante non ci siano stati attacchi terroristici di quell’entità, dal punto di vista dell’opinione pubblica la minaccia non è mai scomparsa del tutto. Dal 2002, la difesa del Paese da futuri attacchi terroristici è stata in cima o quasi al sondaggio annuale del Pew Research Center sulle priorità politiche. Così come il terrorismo, costantemente una delle priorità politiche degli americani.

Ventun anni di teorie cospirazioniste

Nel gennaio 2002, pochi mesi dopo gli attacchi del 2001, l’83% degli intervistati ha affermato che “difendere il paese da futuri attacchi terroristici” era una priorità assoluta per il Presidente e il Congresso, la più alta percentuale tra le tematiche questionate. Da allora, considerevoli maggioranze hanno continuato a citarla come una delle massime priorità politiche. L’istituzione nel 2002 di una commissione d’indagine sugli attentati “per predisporre un completo resoconto sulle circostanze in cui avvennero gli attentati dell’11 settembre 2001”, concluse che i fallimenti della CIA e dell’FBI permisero il verificarsi degli attacchi che le stesse agenzie avrebbero potuto evitare. Dopo anni  di indagini, nel settembre 2021 il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha ordinato al Dipartimento di Giustizia e ad altre agenzie governative di far decadere entro 6 mesi il segreto sui documenti correlati alle indagini dell’Fbi sull’attentato. In occasione del 21esimo anniversario, domenica alle 8:40 di mattina inizierà la commemorazione al National September 11 Memorial & Museum di New York, inaugurato nel 2011 e che da quest’estate vanta di un progetto in memoria delle migliaia di persone rimaste uccise negli attacchi del 2001. Un muro del ricordo all’interno del museo di Lower Manhattan, dove una volta sorgevano le Torri Gemelle, con le vittime scomparse l’11 settembre del 2001.

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Il narcotraffico e l’arrivo del fentanyl, la nuova droga che spaventa il mondo. Anabel Hernández, giornalista e scrittrice messicana, nota per le sue inchieste sui trafficanti e sulla presunta collusione tra funzionari del governo degli Stati Uniti e i signori della droga, ha analizzato la questione con un approfondimento in apertura. A seguire, Alessandro Di Battista è tornato sulla questione ucraino-russa, mentre Luca Sommi (new entry e giornalista del Fatto Quotidiano) ha presentato il suo nuovo libro “La più bella, perché difendere la Costituzione”. All’interno anche Line-up, Un Podcast per capello, Ultima fila e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Alessandro De Dilectis, Riccardo Cotumaccio, Marta Zelioli e Cesare Paris.

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