Il baby parlamentare che ama Robespierre

Nella Francia agitata dalle rivolte contro la riforma delle pensioni voluta da Emmanuel Macron, un nuovo, giovanissimo avversario del presidente transalpino sta conquistando le folle: Louis Boyard. Ventidue anni, faccia pulita e lingua tagliente, il ragazzo è stato eletto deputato nelle fila de La France Insoumise (LFI), partito di estrema sinistra capeggiato da Jean-Luc Mélenchon che ha raggiunto percentuali importanti nelle scorse elezioni politiche francesi (21,95 per cento), mancando il ballottaggio contro Macron per meno di due punti percentuali. Figlio di un ferroviere, di origini umili e patito della Rivoluzione francese («Saint-Just e Robespierre sono le mie figure ispiratici»), Boyard si è avvicinato alla politica da adolescente dopo aver rinvenuto la presenza di amianto nel liceo che frequentava. Nel 2018 diventa il presidente del sindacato studentesco UNL, mentre un anno più tardi spalleggia i “gilet gialli” nelle violente proteste che misero in grave difficoltà la Francia. In quell’occasione, venne ferito a un piede dalla polizia e minacciò di denunciare per il fatto l’allora ministro dell’Interno, Cristophe Castaner. Nel 2022 l’ingresso in Parlamento grazie alla vittoria nella terza circoscrizione di Val-de-Marne con quasi il 52 per cento delle preferenze, risultato che lo rende il secondo parlamentare francese più giovane di sempre a sedersi all’Assemblea Nazionale.

Il baby parlamentare che ama Robespierre – Lo scontro con Macron

Popolarissimo tra i giovani, il deputato di LFI si è reso protagonista delle manifestazioni di piazza contro la legge sulle pensioni di Macron, a causa della quale l’età pensionabile è stata alzata da 62 a 64 anni. A far infuriare la popolazione francese (e il suo nuovo beniamino) non tanto la modifica, che il governo giustifica con l’invecchiamento demografico e le scarse coperture finanziarie per sostenere l’attuale sistema previdenziale, bensì l’utilizzo da parte dell’Eliseo del discusso articolo 49, comma 3 della Costituzione. “Il Primo ministro – recita il dispositivo – può, dietro deliberazione del Consiglio dei ministri, impegnare la responsabilità del Governo dinanzi all’Assemblea nazionale sul voto di un progetto di legge finanziaria o di finanziamento della previdenza sociale. In tal caso, detto progetto è considerato adottato, salvo il caso in cui una mozione di sfiducia, presentata nel termine di ventiquattro ore, venga votata alle condizioni previste dal comma precedente. Il Primo ministro può, inoltre, ricorrere a tale procedura per un altro disegno o per una proposta di legge a sessione”. In altre parole, il primo ministro (che in Francia è una carica minore rispetto al presidente della Repubblica, trattandosi di uno Stato in cui vige il semipresidenzialismo) può bypassare il voto del Parlamento e far approvare una modifica al sistema previdenziale senza il suo consenso: proprio ciò che Élisabeth Borne ha fatto per innalzare l’età pensionabile.

Il baby parlamentare che ama Robespierre

Una scelta, quella del governo a guida Reinassance, che ha scatenato la furia dei cittadini: bidoni in fiamme, finestre e vetrine rotte, rivolte e scontri si sono estesi in tutto il Paese, lasciandosi dietro una spaccatura profonda tra la politica e la gente. Ed è proprio in questa spaccatura che Boyard si sta insinuando con sempre maggior forza e abilità. Merito di una capacità comunicativa fuori dal comune e, soprattutto, della dimestichezza con cui il deputato de La France Insoumise parla la “lingua dei giovani“: i social network. Post graffianti, grafiche accattivanti, Reel e contenuti perfetti per la generazione Z (i votanti di oggi e di domani) popolano i suoi profili, che non a caso scoppiano di follower, con un engagement sempre alto. Anche al di fuori della rete, durante le proteste anti-Macron, Boyard è stato spesso fermato da ragazzi entusiasti che gli hanno espresso fiducia, amore e richieste di aiuto: attenzioni cui il deputato ha sempre risposto con attenzione e cura.

Il baby parlamentare che ama Robespierre – L’idolo dei più giovani

Per capire il personaggio, è significativo riportare alcuni passaggi di un articolo di Le Monde sulla sua partecipazione a una delle tante manifestazioni contro la riforma pensionistica. Mentre era sul palco, alcune ragazze lo hanno chiamato a gran voce e lui, prontamente, è sceso con loro a ballare e urlare slogan: “Siamo qua, siamo qua, anche se Macron non vuole, siamo qua! Per l’onore dei lavoratori e per un mondo migliore, anche se Macron non vuole, siamo qua!”, gridava in coro con i fan. Tutto mentre i colleghi tenevano un comizio con toni decisamente più affini alla politica tradizionale. “È la voce della gioventù, del futuro”, ha detto al quotidiano francese una delle adolescenti che manifestava insieme a lui. Liceale al primo anno in una scuola del diciassettesimo arrondissement parigino (l’equivalente dei municipi di Roma), la giovane ha scoperto Boyard proprio sui social. “È un peccato che alcuni lo vedano solo come un influencer di TikTok. Non è una colpa se noi giovani siamo in rete e lui sa usare questi strumenti e parlare con noi”, afferma la studentessa al quotidiano francese.

Il baby parlamentare che ama Robespierre

Una qualità, questa, cui molti colleghi di Boyard anelano con avidità, non solo Oltralpe. “Ti amiamo!”, gridava un’altra ragazza, mentre c’era chi si congratulava con lui e chi gli chiedeva supporto per alcuni amici in custodia dopo l’occupazione del liceo. E a proposito di giovani, occupazioni e social media, da un video di Boyard su TikTok, visto da oltre due milioni e mezzo di utenti, è nata la #BlocusChallenge: l’ex sindacalista rampante ha chiesto a tutti i liceali di pubblicare le foto più belle di occupazioni scolastiche contro la riforma pensionistica utilizzando quest’hashtag. Il vincitore sarà estratto a sorte tra gli autori degli scatti migliori e potrà visitare l’Assemblea Nazionale insieme a lui. Un’iniziativa, questa, che ha scatenato l’indignazione di molti colleghi parlamentari di Boyard, tanto che l’omologa repubblicana, Valérie Pécresse, ha annunciato di volerlo denunciare per “incitamento alla violenza e alle occupazioni illegali”. Eppure, a giudicare dalle azioni e dalle parole del baby parlamentare sulle piazze virtuali e reali, l’iniziativa di Pécresse potrebbe favorirne ulteriormente la sfolgorante ascesa.

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Il prigioniero del secolo

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