Il pollice affonda nell’argilla imprimendo tutto il furore creativo della mente. Sembra di vederlo, Antonio Canova, nella sua bottega romana, modellare in solitudine questo materiale, in una veste insolita per noi moderni abituati a considerarlo scultore, “moderno Fidia”, del marmo. Ecco le crepe da ritiro apparse durante la cottura della creta, abili picchiettii di polpastrello che sviscerano dall’argilla il dolore straziante di Adamo ed Eva. Pizzicarla per comporre nasi, arrotolarla per delineare braccia, raschiarla per cucire la bocca di una madre che preme la sua guancia destra contro quella del figlio.