(Adnkronos) – "Quello che si può dire oggi è che non si possono dare numeri seri sui costi per il nostro Paese derivanti dalla direttiva case green. Non si possono dare numeri a caso, e diffondere confusione. Ora serve prudenza, pianificare e valutare cosa fare. I numeri si potranno dare quando sapremo su quanti e quali edifici si dovrà intervenire, e come, per rispettare l'indicazione della direttiva sulla riduzione del 16% del fabbisogno energetico degli edifici al 2030". Così, con Adnkronos/Labitalia, Marco Dall'Ombra, capogruppo del Gruppo Pompe di calore di Assoclima, dopo l'approvazione da parte del Consiglio Ue della direttiva sulle case green. "Come ogni direttiva Ue -spiega- anche questa dà a ogni Paese due anni di tempo per essere recepita e fissare dei piani per raggiungere gli obiettivi prefissati. E la direttiva non impone di fare tutto e subito, anzi. Quindi dare dei numeri oggi è improvvido. Quello che possiamo dire è che nel nostro Paese per quanto riguarda gli edifici non residenziali dal punto di vista delle pompe di calore siamo molto più avanti rispetto a quelli residenziali, visto che per quelli di tipo commerciale e negli uffici la presenza delle pompe di calore è oltre il 90%". E le pompe di calore, sottolinea Dall'Ombra, "sono anche in circa 18 milioni di abitazioni, circa il 75% del totale, visto che da oltre 15 anni i monosplit che abbiamo in casa vengono realizzati con questa tecnologia". "Quindi il consiglio agli italiani è di imparare a usarli meglio, anche d'invedrno, visto che costano di meno e hanno anche meno emissioni", conclude. —lavoro/normewebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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