(Adnkronos) – Novak Djokovic al terzo turno dell'Australian Open 2024. Il 36enne serbo, numero 1 del mondo e detentore del titolo, nel secondo turno soffre ma batte il 24enne australiano Alexey Popyrin, numero 43 del ranking Atp,per 6-3, 4-6, 7-6 (7-4), 6-3 in 3h11’' e affronterà l'argentino Tomas Etcheverry, numero 30 del seeding, nei sedicesimi di finale. Djokovic, reduce dal complicato rodaggio al primo turno contro il baby croato Dino Prizmic, carbura nel corso del primo set. Il numero 1 del mondo gestisce senza problemi i propri turni di servizio (3 punti concessi in tutta la frazione) e nell'ottavo gioco mette a segno il break che spezza l'equilibrio: 6-3. Popyrin incassa il colpo e ha il merito di rimanere pienamente in partita in avvio del secondo parziale. Il beniamino del pubblico di casa non balbetta al servizio e nel quarto game approfitta della peggior versione di Djokovic: il serbo sbaglia 4 dritti, uno dopo l'altro, e consegna all'avversario il game del 3-1. Sotto 5-3, il numero 1 del mondo alza il ritmo e recupera il break tornando pienamente in carreggiata. Tutti si aspettano l'aggancio e invece Djokovic: il dritto si inceppa ancora, Popyrin ringrazia e porta a casa il 6-4 che pareggia i conti. Il terzo set fila via senza sussulti, con il servizio a dominare la scena: nessuna palla break fino al decimo game, con Popyrin avanti 5-4. L'australiano tiene gli scambi e il numero 1 del mondo continua a commettere errori, precipitando 0-40: Popyrin ha 3 set point di fila, ne avrà anche un quarto nell'interminabile game che Djokovic riacciuffa per i capelli (5-5). Il set si risolve al tie-break, che Djokovic si aggiudica 7-4. Il serbo scappa fino al 5-2, resiste al tentativo di rimonta del rivale e si prende il terzo set. Popyrin prova a resistere, ma a metà del quarto set cede: il sesto game è la svolta decisiva, con il break che Djokovic mette a segno a zero (4-2). Il numero 1 del mondo spreca 3 match point sul 5-2 ma chiude i conti nel game successivo: 6-3 e sipario. —sportwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
- La legge fondamentale trae ancora oggi la sua forza dai cosiddetti “contrappesi” che la abitano.