Joint Stars, addestramento contro ogni minaccia

L’aiuto agli alluvionati dell’Emilia-Romagna, il salvataggio dei civili in Sudan, la scoperta di clandestini su una nave al largo di Napoli…sono solo alcuni degli ultimissimi interventi messi in campo dalle Forze Armate a sostegno, tutela e difesa del nostro Paese. Centinaia e centinaia di attività che donne e uomini compiono ogni giorno e che sono frutto di anni di esercitazioni, come quella della Joint Stars. Dieci lettere, un unico obiettivo: garantire la sicurezza del Paese, sia nelle missioni internazionali che sul territorio nazionale. Un progetto ambizioso, organizzato dalle Forze Armate, che racchiude l’impegno, la dedizione e lo sforzo di migliaia di persone che si impegnano per il bene comune. Concepito per addestrare i comandi e le forze sulle diverse tipologie di missioni che potranno essere oggetto di future operazioni. Un impegno che richiede professionalità, preparazione, costante esercitazione ed addestramento, come ricorda il Generale Francesco Paolo Figliuolo, Comandante del Comando Operativo di Vertice Interforze: “Le forze armate sono una risorsa del Paese e per far sì che siano pronte in tutte le missioni bisogna addestrarle creando scenari realistici sul terreno, sul mare, sul cielo e anche nella rete. Bisogna operare in contesti complessi per incrementare prontezza, operatività e capacità”. Da qui la nascita – appunto – del progetto Joint Stars 2023, l’esercitazione militare italiana pianificata e condotta dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI) che si svolge in Sardegna e alla quale, per un giorno, ha partecipato anche la redazione de il Millimetro. Dodici ore con le Forze Armate per conoscere nei dettagli la più grande e la più importante esercitazione nel panorama della difesa italiana che non ha solo connotazione interforze, ma assume un carattere multinazionale e marcatamente inter-agenzia.

Joint Stars, addestramento contro ogni minaccia
Foto Luisa Urbani

Dodici ore con le Forze Armate per la Joint Stars – Le realtà coinvolte e i campi d’azione

Tante – infatti – le realtà coinvolte: l’Aeronautica Militare, la Marina, l’Esercito, i Carabinieri, i Vigili del Fuoco, la Croce Rossa e la Protezione Civile per un totale di 5.300 uomini e donne e circa 900 mezzi terrestri, aerei e navali. Tutti implicati in operazioni di difesa in ogni tipo di scenario. Scenari che, per l’occasione, sono stati simulati. Le persone coinvolte si sono esercitate negli spazi aerei, in quelli terrestri e marittimi. Ma hanno lavorato anche per combattere i più recenti pericoli come quello dei cyber attacchi, della contaminazione chimica, biologica, radiologica o nucleare. Insomma, sono state simulate tutte le possibili minacce proprio per mettere in campo tutte le tecniche di difesa e non solo. “Sono stati simulati – spiega l’Ammiraglio Fabio Agostini, Capo Reparto Pianificazione ed Esercitazione del COVI – anche scenariconnessi al mantenimento dell’ordine e della sicurezza pubblica, all’antiterrorismo, al contrasto dei traffici illeciti, al soccorso di profughi al fine di testare le procedure e aumentare il livello di professionalità ed interoperabilità”. Situazioni diverse e persone che provengono da realtà diverse. “Per noi – aggiunge il Generale Nicola Lanza de Cristoforis, Vicecomandante del COVI – quello della Joint Stars è un esercizio importante per la verifica dell’integrazione dei domini e per dell’attività inter agenzia perché le attività ibride sono uno dei problemi che dobbiamo affrontare per la nostra sicurezza”. Interrotta negli anni della pandemia“l’attività  – prosegue l’Ammiraglio Agostini – risponde alla direttiva impartita dal Capo di Stato Maggiore della Difesa di pianificare e condurre nel biennio 22-23 un ciclo esercitativo, articolato in 2 fasi che hanno lo scopo “ottenere” specifici obiettivi strategici quali: verificare ed assicurare la prontezza dello strumento militare, salvaguardare la sovranità nazionale, rafforzare la leadership nazionale nelle aree di interesse strategico e nei confronti dei paesi d’interesse politico militare, incrementare l’efficacia delle capacità non convenzionali e relativi effetti nel dominio spazio, cyber e della difesa missilistica integrata”.  

Dodici ore con le Forze Armate per la Joint Stars – Il coinvolgimento della NATO e degli studenti

La Joint Star si inserisce dunque nel più vasto contesto delle maggiori Esercitazioni delle Forze Armate e costituisce un’opportunità per promuovere anche attività addestrative per l’adesione dei Paesi che aderiscono alle iniziative. All’esercitazione infatti hanno partecipato anche assetti NATO: un addestramento multinazionale che ha visto coinvolti militari e mezzi provenienti da 7 nazioni dell’Alleanza Atlantica. Assetti stranieri e non solo. Per la prima volta hanno partecipato ad una esercitazione interforze anche studenti universitari di importanti atenei nazionali: LUISS, LUMSA, Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e Università degli Studi di Genova.  Tutti sono stati coinvolti in qualità di consiglieri e osservatori in diverse aree.

Dodici ore con le Forze Armate per la Joint Stars – Difendere il mare…e la terra

La nave anfibia San Giusto a bordo fanti della Brigata Marina San Marco e Lagunari del Reggimento Serenissima dell’Esercito, ma anche la nave San Marco e la Garibaldi. E poi il sommergibile Gazzana, le motovedette della Guardia di Finanza sommergibili e gli F35. Sono solo alcune delle componenti usate per simulare le operazioni di difesa dei nostri mari. “Operare in maniera vigile in mare consente una maggiore sicurezza anche a terra” sottolinea il Contrammiraglio Stefano Costantino, Comandante della Terza Divisione Navale, prima dell’inizio di una delle tante esercitazioni della giornata. Una simulazione che ha visto interagire Esercito, Marina, Aereonautica e Guardia Costiera, impegnate – tra le altre cose – nel far vedere come avviene il fermo di un’imbarcazione illegale. Simulazioni in mare, ma anche a terra, come al poligono di Capo Teulada dove c’è stata ila possibilità di assistere all’esercitazione di un attacco terrestre coordinato dalla Brigata Bersaglieri Garibaldi e condotto con la collaborazione dei velivoli dell’Aeronautica Militare. Mangusta, blindati, F35, A129 e decine e decine di uomini hanno simulato una vera e propria battaglia, con tutte le difficoltà del caso. Inscenato infatti anche il recupero e il trasferimento in ospedale di un ferito. Scene quasi impossibili da immaginare per i civili, ma che le Forze Armate vivono quotidianamente.

Joint Stars, addestramento contro ogni minaccia
Foto Luisa Urbani

Dodici ore con le Forze Armate per la Joint Stars – Ma anche l’ambiente!

Particolare cura anche al tema della tutela ambientale. L’esercitazione è stata una occasione per un ulteriore progetto: Joint Stars for the forest. Realizzato in collaborazione con il Comando Unità Forestali, Ambientali, e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri si pone l’obiettivo di realizzare una Joint Stars 23 a “zero impatto ambientale”. Esperti e consulenti hanno vigilato, insieme agli enti della Difesa, sul rispetto della normativa nazionale e delle disposizioni contenute nei Piani di Tutela Ambientale di ciascuna area addestrativa interessata. Bonifica approfondita, operazioni di pulizia e ripristino ambientale…molte le attività che hanno coinvolto specifiche squadre della Difesa durante tutte le fasi e anche oltre il termine delle esercitazioni. Queste ultime, sono state affiancate da assetti navali specializzati nello scandagliamento dei mari e nella localizzazione di oggetti sui fondali ai fini della loro rimozione. “Con un’iniziativa intrapresa con i Carabinieri forestali, è stato valutato l’aumento del livello anidride carbonica nell’aria per effetto delle attività militari svolte nel periodo. Sulla base di questo dato è previsto il successivo impianto, da parte dello stesso Comando, nelle aree militari o in prossimità delle stesse, di un adeguato numero di alberi che attraverso la fotosintesi provvederanno alla rimozione di una quantità equivalente di anidride carbonica realizzando la carbon neutrality dell’esercitazione” ha spiegato il Generale Figliuolo.

Dodici ore con le Forze Armate per la Joint Stars – Dal soccorso ai migranti ai terremoti

Non solo simulazione di guerre, ma anche di attività apparentemente meno complesse come quella del soccorso in mare e della prima accoglienza di migranti. La Joint Stars 2023 è anche questo. Sono stati infatti ricreate scene che, purtroppo, sempre più spesso il nostro Paese vive, soprattutto nelle isole come Lampedusa. L’arrivo dei migranti scortati dai Carabinieri, i controlli da parte della Guardia di Finanza, il ricovero delle persone ferite e l’assistenza psicologica grazie al personale medico e infermieristico della Croce Rossa…Lo scopo è incrementare l’integrazione e l’interoperabilità tra le componenti delle Forze Armate e le altre articolazioni dello Stato coinvolte nella gestione dell’ordine pubblico, nelle attività di contrasto al terrorismo e ai traffici illeciti, nel soccorso ai profughi e nella gestione di ogni tipo di situazione emergenziali come anche alluvioni e terremoti. “Quella della Joint Star è un’ottima opportunità perché – spiega Maria Pannuti, Comandante dei Vigili del Fuoco di Cagliari – è raro lavorare con le Forze Armate. Un’occasione davvero utile per creare collaborazioni in situazioni emergenziali, come successo ad esempio ora in Emilia Romagna. Saper fare ognuno la propria parte consente di ottenere un miglior risultato: il lavoro di squadra premia sempre”. E a trarne vantaggio siamo tutti noi, consapevoli che c’è chi lavora per difenderci. Ogni giorno. Da ogni pericolo. Guardando anche al futuro. “L’impegno è stato massimo, i risultati soddisfacenti, ma non per questo il lavoro delle forze armate finisce qui. Ci si esercita per migliorare. Se abbiamo fatto errori li useremo come lezione per il futuro” ribadiscono il Generale Figliuolo e l’Ammiraglio Agostini.

(foto copertina Luisa Urbani)

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Nativi indesiderati

Nell’ultimo decennio il Venezuela ha vissuto una metamorfosi sostanziale: nel mezzo le vite di chi fugge, chi torna e chi non se n’è mai andato. Ad affrontare il tema è Martina Martelloni, collaboratrice de il Millimetro, che direttamente sul posto ha raccontato la situazione degli indigeni, anche attraverso un eccezionale reportage fotografico. Alessandro Di Battista analizza le contraddizioni del “libero e democratico” Occidente nel rapportarsi con le operazioni militari di Israele, le sanzioni che colpiscono solo la Russia e le solite immagini che i TG nazionali nascondono. All’interno L’angolo del solipsista, Tutt’altra politica, Line-up, Un Podcast per capello e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Giacomo Ciarrapico, Paolo Di Falco, Alessandro De Dilectis, Riccardo Cotumaccio e Cesare Paris. Si aggiunge inoltre Ultima fila di Marta Zelioli. Copertina a cura de “I Buoni Motivi”.

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