Droni per tutte le stagioni: la rivoluzione

Camerieri, rider, sistemi di allarme, poliziotti, videomaker, minatori, contadini e operai. Dall’estrazione mineraria alle consegne a domicilio, i veicoli aerei senza equipaggio (UAV – Unmanned Aerial Vehicles) sono questo e molto di più. C’è una vignetta di tre anni fa dove una coppia incollata al divano, ipnotizzata dai dispositivi digitali, attende l’arrivo di un drone che trasporta il sacchetto di un fast food. “Vivrete felici e a lungo guardando le vostre serie tv preferite” sembra essere il messaggio nascosto, anche se i due non sono esattamente il ritratto della salute. Una scena che fa ridere ma anche riflettere. Poco tempo fa, Amazon aveva testato soluzioni di questo tipo per capire se fosse possibile consegnare pacchetti ai clienti residenti in zone remote del Regno Unito, servendosi di piccoli aeromobili. Raffiche di vento, alberi e altre barriere naturali erano gli ostacoli più impervi per le speciali consegne. Così, gli scienziati del CSAIL (Computer Science and Artificial Intelligence Laboratory) del Massachusetts Institute of Technology hanno lavorato alacremente per permettere ai velivoli un’autonomia che gli consenta di adattarsi a tutte le stagioni e a tutti i territori (compresi, ovviamente, i contesti urbani). Ci stanno riuscendo grazie alle “reti neurali liquide”, la risultante di una classe di algoritmi in grado di generare una sintesi di input derivanti dall’ambiente circostante. In questo modo, la nuova generazione di droni sarà in grado di prendere decisioni autonome a seconda della mutazione delle condizioni ambientali. Se le reti neurali tradizionali apprendono solo durante la fase di addestramento, quelle liquide continuano ad imparare nel tempo a seconda delle situazioni impreviste.

Droni per tutte le stagioni: la rivoluzione

Droni per tutte le stagioni – Le sinapsi

Quand’è che una macchina impara qualcosa? Il concetto di apprendimento è molto vicino a quello di intelligenza (artificiale) perché una macchina impara nel momento in cui fa meglio una cosa la seconda volta. L’apprendimento informatico, infatti, consente la ricerca su internet, il riconoscimento vocale e calligrafico, oltre a migliorare la user-experience su decine di app. Cosa succede, quindi, quando un software impara da un software, evolvendo nella forma in cui riesce a trovare risposte a problemi complessi e, possibilmente, a scrivere anche nuovi programmi? Non saremmo ancora al livello di piena consapevolezza o di auto-miglioramento, ma sarebbe pur sempre un passo deciso in quella direzione. La programmazione genetica è una tecnica di apprendimento che sfrutta il potere della selezione naturale per trovare risposte a problemi per le quali gli esseri umani impiegherebbero anni. La capacità decisionale rientra nel novero delle architetture cognitive, nelle quali convogliano diversi aspetti dell’intelligenza. Proprio come i droni di ultima generazione, alcuni tipi di architetture cognitive come SyNAPSE della IBM (un progetto ingentemente finanziato dalla DARPA che ha versato 76 milioni di dollari tra il 2008 e il 2011) sono stati pensati non per evolvere tramite una programmazione di tipo logico ma piuttosto tramite l’interazione con il mondo circostante. Secondo lo scienziato informatico Steve Omohundro, quando uno di questi sistemi diventa abbastanza potente, sarà anche razionale poiché in grado di plasmare il mondo, percepire il possibile esito di diverse azioni e così determinare quale di queste sia la più utile per centrare i propri obiettivi

Droni per tutte le stagioni – Roma e Parigi in pole

Non solo merci. Già lo scorso ottobre, a Fiumicino, un taxi volante è decollato per un giro inaugurale di cinque minuti con a bordo pilota, passeggero e una valigia. Il velivolo è a impatto zero, è più silenzioso di un elicottero e può sollevare fino a 200 chili di carico. In vista del Giubileo del 2025, Volocopter potrà trasportare i passeggeri (più facoltosi, certo) fino al centro di Roma in appena venti minuti e muovendosi in uno spazio aereo che non sarà lo stesso di elicotteri e aerei: considerando il traffico della Capitale, sarebbe una svolta epocale. Roma si gioca questa rincorsa al futuro con Parigi che già dal prossimo anno, in concomitanza con i Giochi Olimpici, punta all’impiego di questi velivoli, integrandoli in una rete di tre linee e cinque vertiporti, le zone di decollo e atterraggio delle dimensioni di un campo da tennis. Un progetto a cui Venezia lavora già da un paio d’anni con l’obiettivo di chiudere un piano triennale di interconnessione con le isole lagunari prima (2024) e un sistema di trasporti aerei veloci poi (2026). E non sono certo rimaste a guardare Milano (in vista delle Olimpiadi invernali di Cortina), Torino e Bologna.

Droni per tutte le stagioni – I modelli da combattimento

E poi ci sono Kiev e Mosca. Negli ultimi mesi, infatti, i droni sono tristemente saliti alla ribalta delle cronache anche per il contributo al conflitto russo-ucraino: una ventina di velivoli hanno colpito Kiev prima che altri otto prendessero di mira Mosca. Gli Stati Uniti hanno predisposto un pacchetto di aiuti militari da 300 milioni di dollari per l’Ucraina con munizioni per droni. I legislatori a Kiev hanno votato per le estensioni delle sanzioni all’Iran, reo di aver fornito proprio dei droni alla Russia. Tutto mentre a Taiwan spuntava Yousun, il drone kamikaze cinese. Tanto letali quanto fragili, sta per concludersi l’era dei droni da combattimento, ma sta per aprirsi quella dei robot guerrieri (e nel 2013 almeno cinquantasei paesi nel mondo stavano già sviluppando dei prototipi bellici). Il 2 giugno il Guardian ha svelato che, nel corso di una simulazione, un drone dell’aeronautica americana, incapace di adattarsi ad un contrordine, pur di portare a termine la missione (distruggere il sistema di difesa aerea di un ipotetico nemico) ha finito per distruggere la torre che il suo operatore utilizzava per comunicare con il drone stesso. Ma già nel corso dell’occupazione americana in Iraq, tre robot militari di tipo Foster-Miller SWORDS furono rimossi dal conflitto dopo aver puntato le armi verso volti amici. Nel 2007, in Sud Africa, un robot contraereo uccise nove soldati, ferendone altri quindici in un incidente durato a malapena un ottavo di secondo.

Droni per tutte le stagioni: la rivoluzione

Droni per tutte le stagioni – Un trilione di investimenti

Nonostante i possibili effetti collaterali, questo settore è destinato a crescere rapidamente anche dal punto di vista economico. Secondo Pwc, entro il 2030 il giro d’affari legato alla mobilità aerea ammonterà a una cifra compresa tra 38 e 55 miliardi di dollari. La commissaria europea per i Trasporti, Adina Valean, stima che il mercato dei servizi con questi veicoli aerei potrebbe raggiungere un valore di 14,5 miliardi di euro, con la creazione di 145mila posti di lavoro. Riguardo invece ai soli taxi aerei, Morgan Stanley stima che, entro il 2040, si arriverà a 350 aziende in tutto il mondo, per un trilione di investimenti e uno scenario di 9.500 aeromobili. A fine 2020, è passato in sordina l’investimento da 75 milioni di dollari da parte di Uber Technologies in Joby Aviation, un’operazione che includeva l’acquisizione di Uber Elevate da parte di Joby che a sua volta ha stretto un accordo a giugno 2021 con REEF per lo sviluppo di vertiporti sui rooftop di Los Angeles, Miami, New York e San Francisco. Bella la vita da lassù, eh?

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La storia al contrario

Il terrorismo israeliano e lo “spazio vitale” nazional-sionista. Nell’articolo principale Alessandro Di Battista sottolinea come sia «triste constatare quanto i discendenti delle vittime dell’Olocausto stiano, giorno dopo giorno, assomigliando sempre più ai peggiori carnefici della Storia». Greta Cristini analizza geopoliticamente i possibili scenari, mentre Luca Steinmann e Valerio Nicolosi ci raccontano la vita in Libano e in Cisgiordania con i loro reportage. All’interno Line-up, Un Podcast per capello, Ultima fila e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Alessandro De Dilectis, Riccardo Cotumaccio, Marta Zelioli e Cesare Paris.

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