Ecco perché ai turisti piace l’Albania

Un piatto di spaghetti ai frutti di mare a 10 euro contro i 18/24 della Puglia. Un cono gelato grande a 2 euro contro i 4 della Sicilia. Un ombrellone e due lettini a 7 euro contro i 30/50 della Sardegna. I prezzi di una vacanza al mare in Albania sono di gran lunga ridotti rispetto a quelli delle più gettonate mete turistiche italiane ed è per questo che il Paese della penisola balcanica, quest’estate, ha registrato cifre da record. Nei primi sei mesi dell’anno, rispetto al 2022, i turisti italiani in Albania sono aumentati del 57% (oltre 310mila turisti italiani), al punto che si è arrivati a parlare di una “invasione turistica”. Da gennaio a luglio 2023 in Albania sono arrivati oltre 5,1 milioni di turisti, il 31% in più rispetto allo stesso periodo del 2022Saranda, Valona, Durazzo e Dhërmi le località balneari più attrezzate e quindi gettonate. L’Albania come meta a basso prezzo non è certo una novità. Centinaia di migliaia di persone la scelgono da anni come destinazione estiva. Ad avere un ruolo determinante quest’anno, probabilmente, è stata anche la sovrabbondanza di informazioni riguardo il caro prezzi e il caro estate, che ha portato tanti italiani a informarsi riguardo la possibilità di raggiungere mete non così distanti, trovando gli stessi servizi dell’Italia a prezzi decisamente convenienti. Prenotando con un certo anticipo, le compagnie low cost hanno offerto voli per l’Albania anche a 20 euro, per arrivare a un massimo di 100-150. Chilometri di coste, sia sul mar Ionio sia sul mare Adriatico, hanno accolto turisti europei che hanno scoperto una bellissima acqua cristallina, un buon cibo e un bel clima. Consumerismo No profit ha messo a confronto le tariffe delle principali destinazioni balneari tra le due nazioni, una sfida Italia-Albania dalla quale siamo usciti nettamente sconfitti: per dormire 7 notti (dal 21 al 28 agosto) in una delle località di mare più note dell’Albania, Valona, in camera doppia, la spesa minima parte dai 175 euro fino ad arrivare ai 420 euro di Qeparo. Se si opta per strutture esclusive o di lusso, il costo massimo raggiunge i 5.653 euro a Valona, e circa 2.300 euro nelle altre mete albanesi. Questione ben diversa nel nostro Paese: nella stessa settimana, un soggiorno parte da un minimo di 564 euro a Milano Marittima, in Emilia-Romagna, 735 euro a San Vito Lo Capo, in Sicilia, e 889 euro a Villasimius, in Sardegna, ma scegliendo strutture più esclusive può arrivare fino a 17.378 euro a Viareggio, in Toscana, e oltre 15mila euro a Milano Marittima, dove – senza dubbio – il mare è di gran lunga meno azzurro rispetto a quello dell’Albania.

Ecco perché ai turisti piace l'Albania

E così, mai come quest’estate, Durazzo – una delle città più importanti del Paese che collega Italia e Albania – si è riempita di turisti italiani, approdati dopo ore di viaggio a bordo dei traghetti partiti dai porti di Bari, Ancona e Trieste. Tra luglio e agosto i collegamenti tra Bari e Durazzo, per esempio, sono raddoppiati rispetto all’anno scorso e un quarto dei passeggeri a bordo era italiano (120mila passeggeri in tutto). Dall’altro lato i lidi pugliesi si svuotano, tanto che gran parte dei gestori ha denunciato un calo delle presenze del 20% rispetto a un anno fa. Partenze in aumento anche dagli aeroporti: gli imbarchi dalle città pugliesi verso l’Albania a luglio sono aumentati del 58% rispetto all’anno scorso, oltre 21mila passeggeri in un mese. Dal punto di vista politico e diplomatico, tuttavia, quello tra i due Paesi non è un rapporto competitivo. Anzi, nel corso dell’estate si sono intensificati i rapporti tra i due governi e proprio nell’ambito del turismo Daniela Santanchè, ministro del Turismo, si è recata a Tirana per un incontro con il suo omologo albanese Mirela Kumbaro. Al centro del colloquio i rapporti turistici tra Italia e Albania, che rientrano nella più ampia strategia del Governo di rinnovare e rafforzare la presenza italiana in specifici settori economici della regione balcanica. Nello specifico, i due ministri hanno raggiunto un punto d’incontro sulla collaborazione nella promozione turistica congiunta e nel presentare agli operatori italiani in Albania le opportunità di sviluppo imprenditoriale offerte dalla Nazione per tutta la filiera.

Ecco perché ai turisti piace l’Albania – La ricchezza dell’entroterra: storia, natura e intrattenimento 

L’economia del Paese balcanico ha sicuramente beneficiato dei grandi risultati del settore balneare, non solo in termini di entrate ma anche in termini di sbocchi occupazionali. Mirela Kumbaro, ministro del Turismo e dell’Ambiente dell’Albania, ha specificato che l’obiettivo del Paese non è quello di sviluppare un turismo di massa bensì un turismo di élite. L’attenzione del ministro è rivolta anche alla tutela della natura e della biodiversità, dunque, lo sguardo rivolto a forme di turismo sostenibile, una tendenza in continua crescita anche nel nostro Paese. Anche il premier Edi Rama ha evidenziato gli importanti risultati raggiunti e in un post ironico su Twitter, che ha scatenato non poche polemiche, ha paragonato il grande flusso di italiani in vacanza in Albania con i 20mila albanesi sbarcati in Italia con la nave Vlora nel 1991: “L’America ora siamo noi per l’Italia. Ma il turismo low cost non durerà”, ha affermato Rama. Il settore, che già da qualche anno sta trainando l’economia del Paese, è in continua crescita ed è destinato ad ampliare la propria offerta nei prossimi anni, non solo nelle località di mare. L’Albania, infatti, non è solo i 400 km di costa con l’acqua cristallina e i tanti stabilimenti e strutture economiche, ma anche tanta montagna (il 70% del territorio), tanti laghi e immense pianure. Nell’entroterra ci sono numerosi parchi naturali, riserve, fiumi come il Drin e la Vjosa, decine di laghi. Oltre alla capitale Tirana, che nell’ultimo decennio ha subìto un profondo processo di ammodernamento, attirando tra le altre cose centinaia di migliaia di studenti da ogni parte di Europa, l’Albania è ricca di tante altre città meno note ricche di storia e cultura. È proprio su queste che il governo vuole puntare per ampliare gli affari del turismo e non limitare il picco di ingressi al periodo estivo. Come nel nostro Paese e in Grecia, data la vicinanza geografica, l’Albania è ricca di siti archeologici.

Ecco perché ai turisti piace l'Albania

Tra i più noti Apollonia, fondata nel 588 a.C., oggi sito archeologico ricco di rovine tra cui una chiesa, un monastero e un teatro; Argirocastro, una delle città più importanti del sud del Paese situata sul pendio di una montagna e dichiarata Patrimonio Unesco, nota soprattutto per le sue caratteristiche vie strette e acciottolate; Berat, città tipica di origine ottomana, ricca di meravigliose passeggiate per le antichissime vie del borgo, con panorami incantevoli e anche tante possibilità di divertimento nei Canyon del fiume Osumi per gli amanti dell’avventura e per chi ama praticare sport acquatici come il rafting. Butrinto, altro sito archeologico situato a Sud, vicino alla città di Saranda, ma anche parco nazionale considerato patrimonio dell’umanità e protetto dall’Unesco dal 1992. Un vero e proprio tesoro fatto di reperti del passato e rarità naturalistiche racchiuso in un centinaio di chilometri quadrati di estensione. Queste, e tante altre località, nell’ultimo anno hanno attirato anche centinaia di migliaia di turisti di altri Paesi europei e asiatici. Il rischio, infatti, non è tanto quello che l’Albania diventi la meta prediletta per i turisti italiani, quanto piuttosto quello che divenga una meta sempre più desiderata dai viaggiatori stranieri, influenzando quindi i flussi della vicina Italia. Le strutture ricettive si stanno ammodernando per far fronte alla crescente presenza di turisti stranieri. Il rischio, tuttavia, è che la speculazione prenda il sopravvento anche in Albania – come alcuni operatori del settore hanno già rilevato –, la manodopera continui ad aumentare vertiginosamente e pian piano quelle che ora sono tariffe vantaggiose lievitino per stare al passo con la speculazione, così come è avvenuto per altri Paesi del Mediterraneo.

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Il prigioniero del secolo

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