Sfrecciamo su una motocicletta a 150 km orari attraverso la foresta boreale russa, con la luce abbagliante di una tarda mattina di fine maggio che danza tra conifere dalle mille tonalità di verde. Poi la taiga si interrompe all’improvviso e gli alberi lasciano spazio a un’ampia pianura ondeggiante color oro e ocra. Sembra non finire mai. Pablo! urla controvento il centauro dagli occhi a mandorla che guida la nostra moto, mentre i suoi lunghi capelli neri a tratti mi schiaffeggiano il volto, Smotri, mnogo let nazad zdes’ byla vechnaya merzlota! “Guarda…qui molti anni fa c’erano i ghiacci del Permafrost!”.