(Adnkronos) – "Io non riesco ad essere felice, il conferimento di laurea che avevo in mente fino a poche settimane fa aveva come protagonista una ragazza stupenda che non vedeva l'ora di indossare la sua meritata corona d'alloro". Lo afferma Gino Cecchettin, papà di Giulia uccisa a coltellate dall’ex fidanzato, nel giorno in cui l’Università di Padova conferisce all'ex studentessa la laurea alla memoria in Ingegneria biomedica. "Non vi nascondo che mi sono chiesto più volte se avesse senso questa cerimonia, ho pensato a ripensato a cosa potesse servire" dice il padre che ringrazia la ministra Bernini e i vertici dell’Ateneo per una cerimonia "speciale e significativa", aggiunge. "Poi come sempre la risposta mi viene quando penso alla mia amata Giulia: onorare nel migliore dei modi la conclusione del sua percorso accademico penso sia un atto d’amore nei suo confronti” conclude. “Oggi proviamo a festeggiare la laurea alla nostra studentessa, la nostra dottoressa: posso affermare che Giulia sapeva lasciare un segno nelle persone che incontrava, Giulia era un primo violino, ossia un punto di riferimento per noi che facciamo lezione”. Inizia così l’intervento della rettrice di Padova Daniela Mapelli nel giorno della consegna della laurea alla memoria della studentessa di Ingegneria biomedica uccisa dall’ex fidanzato Filippo Turetta. “Giulia era figlia, una sorella, un’amica preziosa, una ragazza dolce ma decisa nel raggiungere i propri obiettivi. Giulia aveva già chiaro le cose che contano: ha saputo affrontare le difficoltà che la vita ti mette di fronte, ha sostenuto 11 esami dopo la morte della mamma, aveva scritto una tesi brillante, era pronta a questo giorno, uno di quelli che si ricordano” aggiunge. La 22enne invece è stata vittima di una violenza che fa ancora più paura perché non sappiamo decifrarla” perché nasce in “un contesto di ‘normalità’ una violenza che richiede una risposta corale” conclude la rettrice. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
- La legge fondamentale trae ancora oggi la sua forza dai cosiddetti “contrappesi” che la abitano.