(Adnkronos) – "Non sentivo il mio corpo e neppure le mie braccia, non riuscivo a muovermi…". E' il racconto, tra i singhiozzi, della ragazza italo-norvegese che ha ripercorso in aula, al processo a Ciro Grillo e ai suoi tre amici per stupro di gruppo al Tribunale di Tempio Pausania (Sassari), la notte tra il 6 e il 7 luglio del 2019. La giovane, che all'epoca aveva 19 anni, rispondendo alle domande del Procuratore Gregorio Capasso, ricorda quanto sarebbe avvenuto dopo la serata trascorsa con i quattro ragazzi genovesi al Billionaire. Con la sua amica 'Roberta', nome di fantasia, la giovane andò con Grillo junior e i suoi tre amici nel residence in Costa Smeralda. Qui sarebbero avvenute le violenze. Prima da parte di uno dei ragazzi, Francesco Corsiglia, come dice la giovane, e poi degli altri tre. Gli imputati (Edoardo Capitta, Corsiglia, Vittorio Lauria e Grillo jr) sono assenti. "Io volevo urlare ma non ci riuscivo. Volevo gridare ma ero come paralizzata", racconta. La giovane, apparsa molto provata, quando ha ripercorso i primi momenti di quella sera ha iniziato a singhiozzare e così è stata decisa una breve pausa del processo, poi ripreso. "A un certo punto, quella notte, fui costretta a bere della vodka dalla bottiglia. Vittorio (Lauria ndr) mi afferrò la testa con la forza e con una mano mi teneva il collo e con l'altra mi forzava a bere", ha detto ancora la presunta vittima dello stupro di gruppo, violenze che avrebbe ricevuto in tre diversi momenti. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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