Tic, tac. Tic, tac. Tic, è il rumore di un legamento che salta, di una caviglia che si spezza. Tac, la risposta del tempo che stringe, stritolato dalla morsa delle lancette. Scorrono le lacrime. Scorrono i minuti, soprattutto. E i giorni, e le settimane, e i mesi. E non ce ne sono. Crollano i muscoli e insieme le speranze. Si sente il crack, ci vuole il cric per tirar su il morale. Poi, però, ci sono i “supereroi” dello sport: rallentano i periodi di sofferenza perché viaggiano velocissime le loro ambizioni. Forza di volontà da 1000 cavalli. Ricompongono le idee in testa prima ancora di rincollare i pezzi del loro corpo. Mettono in ordine i pensieri, scacciano le negatività. Si affidano ai migliori professionisti, dopodiché ci mettono tanto del proprio spirito: competitività assoluta, alimentata dall’orgoglio di chi può concedersi tutto, tranne che arrendersi. Troppo “facile” alzare bandiera bianca, magari sventolandola con il braccio rimasto sano, oppure fare un passo indietro, poggiando il peso sulla gamba ancora integra.