Il ragazzo e l’airone, c’è tutto Miyazaki

L’ultimo capitolo della filmografia del regista giapponese rappresenta una sorta di testamento artistico

Difficile immaginare un modo migliore per aprire l’anno cinematografico se non con l’ultimo film del regista giapponese, Hayao Miyazaki, intitolato Il ragazzo e l’airone, nelle sale cinematografiche italiane in questi giorni. Eleganza, delicatezza e profondità sono da sempre la pennellata che il nipponico dà a tutte le sue opere e anche questa volta non ha deluso i suoi fan che attendevano con ansia una nuova opera. Con ansia, ma anche con la paura che questo possa essere l’ultimo lavoro, poiché dovrebbe appunto trattarsi del suo film di congedo.

Il ragazzo e l'airone
Il ragazzo e l’airone, c’è tutto Miyazaki – (screen YouTube) ilMillimetro.it

Anche se alcune voci avrebbero già smentito questa ipotesi, il regista avrebbe infatti cambiato idea. Non è certo la prima volta del resto che annuncia il ritiro e poi fortunatamente torna suo suoi passi. Era già accaduto nel 2013.

Hayao Miyazaki ha una carriera di ben 50 anni alle spalle, è un regista, animatore, fumettista, sceneggiatore e produttore cinematografico giapponese, nato a Tokyo il 5 gennaio 1941. Fondatore del famoso Studio Ghibli insieme al suo collega Isa Takahata. È considerato il più grande regista vivente di animazione, una figura più volte connessa a Walt Disney e ad Akira Kurosawa per l’importanza che ha ormai assunto nella cultura cinematografica giapponese e per l’influenza enorme che ha avuto sulla società. Grazie al suo immenso lavoro è riuscito a portare l’animazione giapponese a dei livelli tali da dare lustro a un tipo di arte considerata prima quasi di serie b.

I suoi lavori in patria sono campioni di incassi con cifre record. Il maggior successo della storia del cinema del Giappone al botteghino, è stato per molto tempo un film di Miyazaki del 1997, La principessa Mononoke. Prima che arrivasse il film di James Cameron Titanic, che venne però rimpiazzato tre anni dopo appunto da un altro capolavoro di impareggiabile bellezza sempre del regista giapponese, La città incantata, vincitore dell’Orso d’oro e di un premio Oscar, diventando il primo anime ad aggiudicarsi un riconoscimento così importante. Miyazaki è anche un importante fumettista. L’opera più nota del regista è il manga Nausicaä della Valle del vento, da cui è stato poi tratto il film omonimo.

Miyazaki il successo e lo studio Ghibli

I primi due film di Hayao Miyazaki sono pre studio Ghibli, si tratta di Lupin III – Il castello di Cagliostro del 1984 e il già citato Nausicaä della Valle del vento. Grazie al successo di questi due film il regista insieme a un collega diede vita a quello che oggi e noto a livello planetario come lo Studio Ghibli, il cui nome deriva da un vento caldo del Sahara, ma anche da un velivolo italiano degli anni ’30. Questo perché il regista è sempre stato un grande appassionato di aviazione, come ha avuto modo di constatare chi ha visionato gran parte della sua filmografia.

Il regista de Il ragazzo e l'airone
Hayao Miyazaki, regista giapponese – (foto LaPresse) ilMillimetro.it

Come simbolo dello studio la paffuta figura del famoso Totoro (dal film Il mio vicino Totoro) pellicola dello studio Ghibli del 1988 premiato come migliore film dell’anno in Giappone. Con Kiki – Consegne a domicilio del 1989 arrivano le prime importanti soddisfazioni anche al botteghino e l’ulteriore ingrandimento dello studio. Nel 1992 è la volta di Porco Rosso, il primo film che tratterà il tema dell’aviazione, nel 1997 Princess Mononoke e nel 2001 La città incantata, una pellicola estremamente importante per il regista che gli frutta l’Orso d’oro a Berlino e l’Oscar come miglior lungometraggio d’animazione. 

Alla 61° edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia il regista partecipa con Il castello errante di Howl, mentre l’anno successivo, il 2005, viene premiato con il Leone d’oro alla carriera. Alla stessa mostra nel 2008 viene presentato il film Ponyo sulla scogliera.

Ed è evidente che Venezia per il regista sia un luogo importante, poiché sempre lì nel 2013 – tramite il presidente dello Studio Ghibli – annuncia il suo ritiro, mentre si trova alla Mostra per presentare il film Si alza il vento. Nel 2014 gli viene consegnato l’Oscar onorario. Il regista, tuttavia, non ancora soddisfatto a pieno della sua produzione, fortunatamente decide di cambiare idea e il risultato è quello che possiamo vedere nelle sale cinematografiche in questi giorni: Il ragazzo e l’airone.

Miyazaki, il messaggio contenuto nelle sue opere

Come ogni regista anche Miyazaki ha delle tematiche, dei punti forza che tornano sempre in ogni sua pellicola, argomenti strettamente connessi tra di loro da un fil rouge. La natura da proteggere e venerare, la figura femminile costante punto di riferimento nei suoi film che vedono spesso grandi protagoniste donne. Il pacifismo, la lotta del bene contro il male. I sentimenti, i legami familiari, l’infanzia che per Miyazaki è un periodo molto importante dell’esistenza. E molto spesso compaiono anche gli aerei, di cui il regista è molto appassionato.

Totoro, un mix tra tre animali
Totoro, il custode della foresta – (screen YouTube) ilMillimetro.it

I suoi film sono a volte lineari e senza elementi magici, altre volte invece con le sue trame trascina in mondi meravigliosi e inquietanti al tempo stesso, mettendo in evidenza in pieno stile Miyazaki bellezza e lati oscuri della società.

Nei film Hayao Miyazaki pone sempre l’accento su quanto sia fragile il nostro pianeta e di come sarebbe fondamentale proteggere la Terra. In particolare, il messaggio che manda è quello di cercare di evitare l’eccessivo sviluppo urbano, e la pericolosità dell’inquinamento. Queste tematiche sono evidenti soprattutto nel film Il mio vicino Totoro, come anche per Princess Mononoke e anche nella pellicola Nausicaä della Valle del vento e ne La città incantata.

In particolare Totoro è considerato non solo il simbolo dello studio Ghibli, ma anche il custode della foresta. Si tratta di un enorme orso felino procione, un mix tra i tre animali, una creatura bonaria, un essere puro e ingenuo. Totoro serve a ricordare di apprezzare la semplicità e la bellezza della vita, un incoraggiamento per le persone, un invito a fermarsi per apprezzare la magia che le circonda.

Come si può facilmente intuire il regista non è un estimatore dell’intelligenza artificiale. Si considera un artigiano ed è un fiero sostenitore dei disegni a mano, del lavoro lungo e accurato e della tradizione da questo punto di vista. Un processo lungo e scrupoloso il suo che vede dei grandi risultati a lavoro concluso. Il regista è arrivato a dire, dopo aver assistito ad una presentazione sull’intelligenza artificiale che si tratta di “un insulto alla vita stessa”.

L’ultimo film di Hayao Miyazaki

Il ragazzo e l’airone è l’ultimo film di Hayao Miyazaki uscito nelle sale cinematografiche italiane il 1° gennaio 2024. Un’attesa snervante per i fan, che prima di poterlo vedere hanno dovuto ‘sopportare’ il fatto che il maestro giapponese fin dall’inizio abbia voluto evitare qualunque tipo di anticipazione, nessuna immagine promozionale per non rovinare la sorpresa agli spettatori.

Nel film si parla anche di guerra
Il giovane protagonista Mahito e l’airone – (screen YouTube) – ilMillimetro.it

Una strategia chiaramente mirata a poter far crescere ulteriormente l’attesa, non fosse già sufficiente quella che normalmente si crea in occasione di ogni film di Miyazaki. In questo ultimo film il regista torna ad affrontare la guerra, come aveva già fatto recentemente con Si alza il vento

Il giovane protagonista Mahito perde la mamma a causa di un bombardamento sull’ospedale dove si trova ricoverata. Il ragazzo è comprensibilmente sconvolto dall’accaduto e il film si apre con le immagini strazianti del giovane che corre per cercare di salvare la vita della madre.

Si sposta poi in campagna, dove Mahito si trasferisce con il padre che nel frattempo si è sposato con la sorella della moglie defunta. Al suo arrivo trova una schiera di vecchiette dentro alla residenza in cui vive, delle governanti buffe e dolci che si muovono trotterellando per casa, e una strana presenza che incombe su di lui: un airone.

Naturalmente, come nelle migliori tradizioni del regista, non è semplicemente un uccello, ma una figura magica anche piuttosto inquietante che si svela con il tempo mostrandosi come un buffo ometto, inizialmente terrificante, poi mano a mano grottesco, infine tenero e buffo. Il regista spesso non condanna i suoi personaggi a essere inevitabilmente solo buoni o solo cattivi, ma com’è giusto che sia, ogni essere ha una natura sfaccettata e non mostra una sola verità.

L’airone chiama il ragazzo a sé dicendogli che la madre è ancora viva e al tempo stesso la zia incinta scompare. Il mistero sembrerebbe vivere all’interno di una torre nella proprietà della famiglia dove avvengono fatti bizzarri, in cui già era scomparso un altro avo. Mahito decide infine di cedere alla tentazione dell’airone e di avventurarsi nel luogo finendo in un mondo magico splendido e terrificante al tempo stesso, dove innocui parrocchetti divengono pericolosi assassini e dove semplici pellicani sono invece divoratori di creature indifese.

Una sorta di testamento artistico

Il titolo originale dell’opera in giapponese è E voi come vivrete?, dal romanzo omonimo, uscito nel 1937 che compare nel film come lascito della madre a Mahito. Anche questa volta Miyazaki ha voluto lanciare segnali importanti legati alla natura, al rispetto per il pianeta e per le creature più deboli e indifese. Una pellicola che innegabilmente ha l’aria di essere un testamento artistico, andando a toccare tutto ciò che il regista ama di più

Un viaggio nella carriera del maestro giapponese
Il cinema del regista giapponese è uno stile di vita – (screen YouTube) ilMillimetro.it

Oltre a parlare della famiglia, dell’amore, della natura, della guerra e appunto degli aerei, Miyazaki sfiora in qualche modo tutti i suoi lavori precedenti. Totoro per la natura, il mondo parallelo per La città incantata, alcune scene nella torre magica ricordano un po’ Il Castello errante di Howl, gli aerei fanno tornare alla mente ovviamente Si alza il vento ma anche Porco Rosso.

Si tratta insomma di un viaggio incredibile nei valori e nella carriera del maestro giapponese, un omaggio a tutto ciò che ama e che desidera proteggere, all’interno di un film che, se dovesse essere l’ultimo, sarebbe uno splendido modo di salutare il suo immenso pubblico.

Per il Giappone, il cinema di Hayao Miyazaki è ormai uno stile di vita, una forma di culto, talmente ammirato che se doveste andare in viaggio nella terra del Sol Levante, potreste trovarvi di fronte a statue dei personaggi dello studio Ghibli per strada e parchi a tema come quello a Nagakute, a sole tre ore di treno da Tokyo. C’è anche uno splendido villaggio in pieno stile Miyazaki, con decorazioni a tema e angolini caratteristici a Yufuin Floral Village, Yufu, Oita. Una vera venerazione. Ecco perché tutti i fan sperano già adesso che Il ragazzo e l’airone non sia l’ultimo capitolo della sua filmografia.

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Il prigioniero del secolo

La libertà di Assange, fondatore di WikiLeaks, è l’unica arma che abbiamo per contrastare chi sta costruendo passo dopo passo la Terza guerra mondiale. Ad affrontare il tema è Alessandro Di Battista, collaboratore de il Millimetro e tra i massimi esperti dell’argomento, oltre a essere protagonista di un fortunato tour teatrale incentrato sul giornalista australiano. Greta Cristini analizza geopoliticamente le origini dell’attentato terroristico islamista in Russia e i possibili scenari. All’interno anche L’angolo del solipsista, Vita da Cronista, Line-up, Pop Corn, Un Podcast per capello e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Giacomo Ciarrapico, Andrea Pamparana, Alessandro De Dilectis, Simone Spoladori, Riccardo Cotumaccio e Cesare Paris. Si aggiunge inoltre Tutt’altra politica di Paolo Di Falco. Copertina a cura de “I Buoni Motivi”.

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