Italia, quanto sei bella! Lo dice anche l’Unesco

È il 1979. L’Unesco, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, dichiara le incisioni rupestri in Val Camonica come patrimonio dell’umanità. Quello lombardo è il primo sito italiano a ricevere il riconoscimento. Il primo di una lunga – lunghissima – serie, dato che l’Italia è il Paese che vanta più patrimoni: 58. Un primato che per ora nessuno può levarci, frutto del fatto che viviamo in una penisola che è stata uno dei più importanti centri di potere della storia. Questo ha contribuito alla formazione di un enorme patrimonio artistico e culturale ereditato nei secoli. Dai Templi greci di Agrigento all’Area archeologica di Pompei costruita all’epoca dei romani, passando per i capolavori del rinascimento di Firenze e Ferrara. E poi Venezia, Roma, i Trulli di Alberobello, piazza Armerina…solo per citarne alcuni! Ma come vengono assegnati? E soprattutto cos’è l’Unesco? Una sigla da tutti conosciuta, ma in pochi sanno esattamente cosa faccia in concreto questa organizzazione.

Italia, quanto sei bella! Lo dice anche l'Unesco
Valle dei Templi, Agrigento

Italia, quanto sei bella – Cos’è l’Unesco?

È un’agenzia specializzata delle Nazioni Unite creata con lo scopo di promuovere la pace tra le nazioni con l’istruzione, la scienza, la cultura, l’educazione e l’informazione e di favorire la protezione e la conservazione di luoghi significativi dal punto di vista storico, culturale e ambientale. Fondata durante la Conferenza dei Ministri Alleati dell’Educazione (CAME), la sua Costituzione è stata firmata il 16 novembre 1945 ed entrata in vigore il 4 novembre 1946, dopo la ratifica da parte di venti stati. Italia esclusa.

Italia, quanto sei bella – Siamo il Paese con più beni al mondo ma non siamo tra i fondatori dell’Unesco

Arabia Saudita, Australia, Brasile, Canada, Cecoslovacchia, Cina, Danimarca, Egitto, Francia, Grecia, India, Libano, Messico, Norvegia, Nuova Zelanda, Regno Unito, Repubblica Dominicana, Stati Uniti d’America, Sudafrica e Turchia. Sono gli stati che diedero vita all’Unesco. L’Italia ne farà parte solo un anno dopo. L’8 novembre 1947, nel corso della seconda sessione della Conferenza a Città del Messico, l’Assemblea plenaria votò all’unanimità l’ammissione dell’Italia. Ammissione che fu perfezionata il 27 gennaio 1948 con la ratifica dell’Atto costitutivo dell’Organizzazione da parte del nostro governo. Nel 1950 poi fu istituita la Commissione Nazionale Italiana per l’Unesco, organismo ufficiale di raccordo tra l’esecutivo italiano e l’organizzazione. Dopo l’Italia aderirono molti altri Paesi. Ad oggi sono 195.

Italia, quanto sei bella – Cosa fa l’Unesco? E cosa sono i patrimoni dell’umanità?

Tra le tante missioni dell’Organizzazione c’è dunque quella di mantenere una lista di patrimoni dell’umanità. Si tratta di siti importanti culturalmente o dal punto di vista naturalistico, la cui conservazione e sicurezza è ritenuta importante per la comunità mondiale. La definizione di “patrimonio mondiale” nasce nel 1972, quando l’Organizzazione adotta la Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale per proteggere i siti di “eccezionale valore universale.” La lista comprende siti naturali e archeologici, monumenti, ville, dimore storiche, città e isole. I beni candidati dunque possono essere iscritti nella lista come patrimonio culturale o naturale. Il patrimonio culturale di una nazione, però, comprende anche tutte le tradizioni orali, le arti dello spettacolo, le pratiche religiose, i riti e le feste. Per questo motivo nel 2003 l’Unesco ha adottato la Convenzione per la Salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, ratificata dall’Italia nel 2007, nella quale è prevista la tutela del bene culturale immateriale.

Italia, quanto sei bella! Lo dice anche l'Unesco
Cattedrale e Torre di Pisa

Italia, quanto sei bella – L’iter per la candidatura e i criteri per “entrare in Lista”

La prima fase della candidatura prevede la richiesta di iscrizione nella Lista propositiva nazionale (Tentative List), con la quale lo Stato segnala al Centro del Patrimonio Mondiale, il World Heritage Center-WHC, i beni per i quali intende chiedere l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale nell’arco di 5-10 anni. L’iscrizione di un sito nella Lista propositiva, però, non comporta automaticamente la successiva iscrizione in quella del Patrimonio Mondiale. Per questa si deve superare un iter lungo e complesso. Il Comitato del Patrimonio Mondiale, che si riunisce una volta l’anno per esaminare le candidature, si avvale della valutazione di tre organismi tecnici: l’ICOMOS per i siti culturali, lo IUCN per i siti naturali e l’ICCROM che è specializzato nella conservazione e nel restauro del patrimonio culturale. Questi organismi avviano una istruttoria tecnica che dura circa un anno e mezzo e prevede varie fasi, tra cui sopralluoghi sul posto e colloqui approfonditi con i proponenti e le persone interessate. Alla fine della procedura, il Comitato può decidere: di iscrivere il sito nella Lista; rinviare il sito riconoscendone il valore universale, ma posticipandone l’iscrizione in attesa di una parziale riformulazione della candidatura; differire il sito, non riconoscendone ancora pienamente il valore universale e richiedendo allo Stato maggiori elementi di valutazione oppure bocciare il sito non attribuendogli il valore universale ed escludendo una possibile ripresentazione della candidatura. Per essere inseriti nella Lista i siti devono rispondere ad almeno uno dei 10 criteri previsti nelle linee guida: rappresentare un capolavoro del genio creativo dell’uomo; mostrare un importante interscambio di valori umani; essere testimonianza unica o eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà; costituire un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico o di un paesaggio; essere un esempio eccezionale di un insediamento umano tradizionale; essere associato con avvenimenti o tradizioni viventi, idee o credenze, opere artistiche o letterarie dotate di un significato universale eccezionale; presentare fenomeni naturali eccezionali o aree di eccezionale bellezza naturale o importanza estetica; costituire una testimonianza straordinaria dei principali periodi dell’evoluzione della terra o di importanti processi ecologici e biologici e presentare gli habitat naturali più importanti e significativi adatti per la conservazione della diversità biologica, compresi quelli in cui sopravvivono specie minacciate di eccezionale valore universale dal punto di vista della scienza o della conservazione. In base a questi criteri, ad oggi, sono stati riconosciuti 1157 siti presenti in 167 Paesi del mondo.

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Colosseo, Roma

Italia, quanto sei bella – Quali sono e dove si trovano nel nostro Paese i patrimoni scelti dall’Unesco?

I 58 siti attribuiti all’Italia- 53 tipo di culturale e 5 naturale – sono distribuiti in 18 regioni. Le uniche a non avere nessun bene sono la Valle d’Aosta e il Molise. Sul gradino più alto del podio c’è la Lombardia, che è la regione con il maggior numero: ne ha 10. Seguono il Veneto con 9 e la Toscana e la Sicilia che ne hanno entrambe 8. Qui la lista completa in ordine cronologico:

  • 1979 Arte Rupestre della Valcamonica
  • 1980 (e 1990) Centro storico di Roma, le proprietà extraterritoriali della Santa Sede nella città e San Paolo fuori le Mura
  • 1980 La Chiesa e il convento Domenicano di Santa Maria delle Grazie e il ‘Cenacolo’ di Leonardo da Vinci
  • 1982 Centro storico di Firenze
  • 1987 Venezia e la sua Laguna
  • 1987 Piazza del Duomo a Pisa
  • 1990 Centro Storico di San Gimignano
  • 1993 I Sassi e il Parco delle Chiese Rupestri di Matera
  • 1994 La città di Vicenza e le ville del Palladio in Veneto
  • 1995 Centro storico di Siena
  • 1995 Centro storico di Napoli
  • 1995 Crespi d’Adda
  • 1995 Ferrara, città del Rinascimento, e il Delta del Po
  • 1996 Castel del Monte
  • 1996 Trulli di Alberobello
  • 1996 Monumenti paleocristiani di Ravenna
  • 1996 Centro storico di Pienza
  • 1997 Aree archeologiche di Pompei, Ercolano e Torre Annunziata
  • 1997 Il Palazzo reale del XVIII secolo di Caserta con il Parco, l’Acquedotto vanvitelliano e il Complesso di San Leucio
  • 1997 Costiera Amalfitana
  • 1997 Modena: Cattedrale, Torre Civica e Piazza Grande
  • 1997 Portovenere, Cinque Terre e Isole (Palmaria, Tino e Tinetto)
  • 1997 Residenze Sabaude
  • 1997 Su Nuraxi di Barumini
  • 1997 Area Archeologica di Agrigento
  • 1997 Piazza Armerina, villa romana del Casale
  • 1997 L’Orto botanico di Padova
  • 1998 Area archeologica e Basilica Patriarcale di Aquileia
  • 1998 Centro Storico di Urbino
  • 1998 Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, con i siti archeologici di Paestum, Velia e la Certosa di Padula
  • 1999 Villa Adriana (Tivoli)
  • 2000 Isole Eolie
  • 2000 Assisi, La Basilica di San Francesco e altri siti Francescani
  • 2000 Città di Verona
  • 2001 Villa d’Este (Tivoli)
  • 2002 Le città tardo barocche del Val di Noto (Sicilia sud-orientale)
  • 2003 Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia
  • 2004 Necropoli Etrusche di Cerveteri e Tarquinia
  • 2004 Val d’Orcia
  • 2005 Siracusa e le necropoli rupestri di Pantalica
  • 2006 Genova, le Strade Nuove e il Sistema dei Palazzi dei Rolli
  • 2008 Mantova e Sabbioneta
  • 2008 La ferrovia retica nel paesaggio dell’Albula e del Bernina
  • 2009 Dolomiti
  • 2010 Monte San Giorgio
  • 2011 I longobardi in Italia. Luoghi di potere
  • 2011 Siti palafitticoli preistorici delle Alpi
  • 2013 Ville e giardini medicei in Toscana
  • 2013 Monte Etna
  • 2014 Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato
  • 2015 Palermo arabo-normanna e le cattedrali di Cefalù e Monreale
  • 2017 Opere di difesa veneziane del XVI e XVII sec. Stato di Terra-Stato di Mare Occidentale (bene transnazionale, per l’Italia Peschiera, Bergamo, Palmanova)
  • 2017 Antiche faggete primordiali dei Carpazi e di altre regioni d’Europa, sito transnazionale. In Italia 13 faggete
  • 2018 Ivrea, città industriale del XX secolo
  • 2019 Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene
  • 2021 Padova Urbs Picta – Giotto, la Cappella degli Scrovegni e i cicli pittorici del Trecento
  • 2021 Le Grandi Città Termali d’Europa
  • 2021 I Portici di Bologna

Italia, quanto sei bella – Gli altri stati “concorrenti” e la speranza per la nostra cucina

A condividere il podio con il nostro Paese ci sono la Cina, che detiene 56 siti e la Germania che ne ha 51. Tutte le altre nazioni ne hanno meno di 50, come la Francia e la Spagna che ne hanno 49, seguite dall’India che ne detiene 40. Tra le ultime Bulgaria, Croazia, Danimarca e Sudafrica che ne possiedono 10.  Alcune – addirittura – nessuno, come ad esempio la Somalia e l’Eritrea. La lista italiana presto però potrebbe allungarsi:le candidature per le nuove iscrizioni sono state avviate. Tra queste c’è la nostra cucina, da sempre riconosciuta tra le migliori al mondo, ora candidata ufficiale come patrimonio immateriale. Adesso inizierà l’iter di valutazione e la decisione è attesa per il 2025. Un traguardo che – se raggiunto – valorizzerebbe la stretta relazione tra cultura e cibo, ormai percepito dalla comunità mondiale non solo come prodotto, ma come fenomeno identitario di uno stile di vita, di un modo di essere. Un insieme di pratiche sociali, riti e gestualità. Un insieme di tradizioni che riflette la biodiversità culturale della nostra Italia.

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Il prigioniero del secolo

La libertà di Assange, fondatore di WikiLeaks, è l’unica arma che abbiamo per contrastare chi sta costruendo passo dopo passo la Terza guerra mondiale. Ad affrontare il tema è Alessandro Di Battista, collaboratore de il Millimetro e tra i massimi esperti dell’argomento, oltre a essere protagonista di un fortunato tour teatrale incentrato sul giornalista australiano. Greta Cristini analizza geopoliticamente le origini dell’attentato terroristico islamista in Russia e i possibili scenari. All’interno anche L’angolo del solipsista, Vita da Cronista, Line-up, Pop Corn, Un Podcast per capello e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Giacomo Ciarrapico, Andrea Pamparana, Alessandro De Dilectis, Simone Spoladori, Riccardo Cotumaccio e Cesare Paris. Si aggiunge inoltre Tutt’altra politica di Paolo Di Falco. Copertina a cura de “I Buoni Motivi”.

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