La saga dei palloni spia, ultimo atto

Era stato avvistato già alla fine del mese scorso, sabato 28 gennaio 2023, mentre sorvolava i cieli dell’Alaska, a nord delle isole Aleutine. Il NORAD, il comando di difesa aerospaziale nordamericano, che ha seguito da vicino l’oggetto, aveva valutato che non rappresentasse una minaccia o un rischio per l’intelligence. E così il pallone ha continuato il suo viaggio spostandosi in Canada per poi tornare negli Stati Uniti il 31 gennaio. Destando però attenzione e perplessità dei cittadini che hanno cominciato a postare immagini e video sui social media con protagonista la grande palla bianca. In pochi giorni, però, la tensione diplomatica è aumentata insieme a quella mediatica fino all’abbattimento, avvenuto lo scorso sabato, del pallone spia nell’Atlantico. Un caccia F-22 lo ha colpito con un missile facendolo precipitare proprio sull’oceano Atlantico, al di sopra di acque territoriali americane al largo di Myrtle Beach, in South Carolina, dopo che il traffico aereo era stato interrotto nella zona. L’attesa per abbattere il pallone spia (il piano era già stato approvato mercoledì della settimana scorsa) è stata dovuta alla decisione di aspettare che l’oggetto non si trovasse sopra a luoghi abitati, e procedere in modo da evitare di danneggiare persone o cose con l’eventuale caduta di detriti. Al di là delle operazioni di abbattimento, il dipartimento della Difesa statunitense è stato chiaro sull’utilizzo da parte della Cina del pallone aerostatico per operazioni di spionaggio. Di contro le reazioni di Pechino sono state ugualmente dirette sostenendo che il pallone che aveva viaggiato per vari giorni sullo spazio aereo degli Stati Uniti aveva funzioni di tipo civile, e che sia finito per errore sugli USA deviando la sua rotta. Le accuse tra le due potenze non si sono fatte attendere, tra il commento del Dipartimento di Stato americano secondo il quale la Cina avrebbe compiuto una “evidente violazione della sovranità americana”, e la risposta del ministero degli Esteri cinese, “l’uso della forza da parte degli Stati Uniti è una chiara reazione eccessiva e una seria violazione delle pratiche internazionali”. Tra le conseguenze più immediate, la visita in Cina del segretario di stato americano Antony Blinken rimandata a data da destinarsi. Prevista proprio per domenica scorsa.

La saga dei palloni spia – La storia

Dopo l’abbattimento del pallone spia, il ministero degli Affari Esteri cinese ha inoltre affermato che “la Cina sosterrà con determinazione i diritti e gli interessi legittimi della società in questione, riservandosi allo stesso tempo il diritto di intraprendere ulteriori azioni in risposta”. Cercando di minimizzare anche la cancellazione del viaggio di Blinken, “in realtà, gli Stati Uniti e la Cina non hanno mai annunciato alcuna visita, gli Stati Uniti hanno fatto un annuncio in tal senso e noi lo rispettiamo”, ha sottolineato il ministero degli Affari Esteri cinese. La notizia ha comunque fatto il giro del mondo nonostante i palloni spia usati come mezzo per raccogliere informazioni non siano un evento sporadico tantomeno raro come quello in questione. Gli oggetti di “sorveglianza”, compresi i palloni, fanno parte infatti della strategia militare sin dal Diciottesimo secolo, sia per lo spionaggio nazionale che internazionale. Sebbene non siano veloci e in grado di muoversi in incognito, alcune caratteristiche continuano a renderli un must-have delle agenzie di intelligence, dal costo ridotto rispetto ai satelliti alla possibilità di viaggiare al di sopra dell’area designata per il traffico aereo commerciale senza necessitare di un rifornimento di carburante. Tornando indietro nel tempo dalle guerre rivoluzionarie francesi ad oggi, i palloni-spia sono stati utilizzati negli anni per ottenere informazioni ancora impossibili da reperire dai funzionari in loco; basti pensare che il primo esperimento di sorveglianza aerea ebbe luogo già alla fine del Settecento: durante la battaglia di Fleurus contro inglesi, tedeschi ed olandesi, i francesi utilizzarono proprio palloni aerostatici per scopi militari. Nella guerra civile americana i palloni militari non ebbero molto successo seppur in grado di raggiungere altezze di circa 1000 piedi (poco più di 300 metri).

La saga dei palloni spia, ultimo atto

Ma è con la Grande Guerra che gli oggetti di sorveglianza divennero più sofisticati e il loro utilizzo più massiccio: i palloni spia nemici erano così efficaci che divennero obiettivi sensibili per le forze aree, e come parte dello sforzo bellico, scienziati e ingegneri si concentrarono sulla loro tecnologia, rendendoli più grandi nelle dimensioni e più potenti nelle caratteristiche. Diversa la situazione per la Seconda Guerra Mondiale in cui vennero impiegati i cosiddetti palloni di sbarramento (o frenati), un particolare tipo di aerostato che si distingue per essere vincolato al suolo mediante uno o più cavi come misura antiaerea. I palloni di sbarramento venivano infatti considerati di natura difensiva e usati per contrastare gli sbarramenti di aerei nemici in arrivo. Passano i decenni e con loro i progetti delle grandi potenze per spiare i nemici: negli anni Cinquanta, durante la Guerra Fredda, è Project Genetrix a poter essere considerato il primo programma di intelligence di palloni ad alta quota dell’aeronautica militare statunitense. O come spiegato con le parole del Dipartimento di Stato che precisò come i palloni siano stati usati “come mezzo per superare la mancanza di informazioni fotografiche e meteorologiche sulla massa terrestre del blocco sovietico”. Sebbene gli oggetti rotondeggianti siano tutt’altro che la forma più segreta di intelligence, dopo secoli e sviluppi tecnologici fanno ancora parte dei sistemi di sorveglianza dei governi e delle loro operazioni militari.

La saga dei palloni spia – Gli altri episodi

Nella vicenda delle ultime settimane, in una nota del ministero degli Esteri, Pechino non ha esitato a chiarire che il pallone aerostatico avesse scopi civili per “ricerche meteorologiche e scientifiche” trovatosi negli Stati Uniti per sbaglio. Secondo la ricostruzione cinese il pallone è stato infatti colpito da venti di ponente e non avrebbe particolari capacità di manovra, avendo deviato di molto la rotta pianificata. Da parte sua, Pechino si è detta “rammaricata per il suo ingresso involontario nello spazio aereo statunitense per cause di forza maggiore. La parte cinese continuerà a comunicare con quella Usa e gestirà adeguatamente questa situazione imprevista causata da forza maggiore”, ha continuato la nota del Ministero. Mentre il pallone dello scandalo era in procinto di essere abbattuto, un secondo pallone-spia che stava sorvolando l’America Latina è stato individuato dal Pentagono.

La saga dei palloni spia, ultimo atto

Mettendo ulteriormente a dura prova le già difficili relazioni tra le due potenze mondiali: dalle colonne del Financial Times un funzionario della difesa statunitense ha dichiarato che “questo tipo di attività sono spesso intraprese sotto la direzione dell’Esercito Popolare di Liberazione. Negli ultimi anni, i palloni aerostatici cinesi sono stati avvistati su Paesi di cinque continenti, tra cui Asia, Asia meridionale ed Europa”. A riprova della ricerca cinese sui palloni per scopi militari, il quotidiano britannico ha aggiunto che “nel settembre 2018 i media cinesi, tra cui il canale militare dell’emittente statale CCTV, hanno riferito che un pallone ad alta quota aveva testato missili ipersonici. Il filmato trasmesso e ripubblicato all’epoca sul social Douyin, ma ora cancellato, mostrava un pallone visivamente identico a quello che ha sorvolato gli Stati Uniti la scorsa settimana, trasportando quelli che sembravano tre diversi tipi di testate”. Occhi al cielo quindi, nonostante le rassicurazioni.

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Il prigioniero del secolo

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