Sono le 2 di notte. Fuori dal Pronto Soccorso del Fatebenefratelli c’è una folla di persone. Uomini e donne di tutte le età. Due ragazze adolescenti si tengono abbracciate, una col volto infilato nel collo dell’altra. C’è chi piange, chi fuma nervosamente fissando il cielo. Un uomo è seduto sui talloni, la schiena appoggiata contro il muro, il volto appoggiato alle mani giunte. Sembra stia pregando. Dopo un po’ dalla struttura esce un giovane medico con il grembiule bianco. La folla lo vede e improvvisamente si incolla a lui come se dal cancello fosse uscita una calamita. Il medico guarda un tablet, scorre il dito sul monitor e fa un elenco di cognomi… “Patrizi… Cangiani… Mendez… Moramarco… siete pregati di seguirmi…”