Nollywood, il cinema nigeriano esplode

Love and Culture, Heaven sent, Struck by love, sono solo alcune delle più recenti produzioni cinematografiche di “Nollywood”. Ad alcuni il termine potrebbe sembrare un neologismo attribuito alla celebre fabbrica del cinema californiano, si tratta invece dell’industria cinematografica nigeriana. Negli ultimi anni gli affari del cinema Made in Nigeria sono cresciuti esponenzialmente. Dai 250 milioni di dollari del 2004 e dalle aspre critiche degli esperti internazionali, Nollywood – nell’ultimo decennio – ha visto moltiplicare i propri incassi e in pochi anni la produzione ha superato quella degli USA, posizionandosi al secondo posto dopo Bollywood (l’industria indiana) per numero di produzioni cinematografiche mondiali. Secondo le stime più recenti, l’industria cinematografica nigeriana avrebbe raggiunto il valore di circa 6 miliardi e mezzo di dollari. A facilitare la diffusione delle produzioni nigeriane sono stati gli ampi investimenti in pubblicità (video, immagini, trailer) avvenuti nell’ambito di un boom economico che, tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, ha coinvolto diversi settori. L’inglese è la lingua principale utilizzata per centinaia di migliaia di film per cinema e televisione che, a partire dai primi anni Novanta, hanno spopolato non solo in Nigeria ma anche al di là dei confini nazionali. Living in bondage (1992) è il primo film ad aver avuto un notevole successo al botteghino, Osuofia in London (2003) la prima serie a ottenere anche numerosi riconoscimenti all’estero. Al centro della maggior parte delle pellicole, sin dai primi anni, ci sono tematiche e problematiche socioculturali tipiche dell’Africa contemporanea: la convivenza tra persone di fedi differenti, la corruzione in molti settori economici, l’emancipazione femminile, realtà medico-sanitarie, fino ad argomenti più spigolosi come l’AIDS. L’industria non ha mai posseduto strutture moderne e al livello di quelle statunitense o indiane, pertanto le case, le strade, le bidonville si sono trasformate in set cinematografici.

Nollywood, il cinema nigeriano esplode

La strumentazione è molto basica, le troupe sono costituite da poche persone – che spesso non hanno nemmeno svolto studi specifici della materia – e la post-produzione è realizzata su laptop poco evoluti. A differenza della gran parte delle realtà occidentali, dove ormai da almeno cinque anni i Dvd e i Vcd sono un ricordo lontano, in Nigeria vengono venduti settimanalmente una media di 50mila copie di ogni nuovo titolo, a soli due dollari l’uno. L’offerta si rinnova e si arricchisce con estrema rapidità perché la domanda è tanta e in continua crescita. I film nigeriani sono più venduti di quelli hollywoodiani in Nigeria e in molti altri Paesi dell’Africa. Inoltre, negli ultimi anni, è aumentata notevolmente la popolarità di Nollywood, anche all’interno delle comunità africane al di fuori del continente. Milioni di persone di nazionalità o origini nigeriane che vivono in Europa o negli Stati Uniti scelgono il cinema nigeriano, nel quale si riconoscono. Data la sempre crescente richiesta e il successo del prodotto, al giorno d’oggi i produttori nigeriani sono ormai più di 300, la gran parte dei quali lavora negli Idumota Market, i maggiori centri di distribuzione che si trovano nell’isola di Lagos (metropoli sulla costa) e nello stato di Anambra. I produttori non necessitano di budget elevati e si limitano a rappresentare dinamiche sociali, familiari, e relazionali della vita quotidiana del Paese con tempi di lavorazione molto rapidi. Una buona parte delle produzioni precedenti al 2020 (che vengono ricondotti alla “old Nollywood”) sono visibili sul web: su YouTube ci sono decine di canali come Nollywoodpicturestv e African Main Stream Tv, con più di due milioni di iscritti.

Nollywood, il cinema nigeriano esplode – Il successo extra Africa 

Il successo di Nollywood non si limita ai confini della comunità nigeriana. Nollywood sta ampliando sempre di più il proprio raggio di distribuzione e contemporaneamente i professionisti nigeriani – attori, produttori, registi – divengono sempre più conosciuti e apprezzati all’estero. Le recenti partecipazioni ai maggiori festival internazionali di cinema, come Cannes, ne sono la riprova. Tra gli autori più prolifici c’è Chico Ejiro, che in 8 anni ha diretto più di 80 film, ognuno girato in appena 3 giorni. Di qui il soprannome “Mr. Prolific”. Il fratello di Ejiro, Zeb, si è specializzato nella regia di videoclip musicali ed è a suo nome il videoclip più famoso all’estero. Oggi l’attore più ricco della Nigeria è Jim Ike, che in 22 anni è apparso in oltre 150 film vincendo numerosi premi. Il suo valore è di 30 milioni di dollari. Poi c’è Richard Mofe-Damijo – popolarmente chiamato RMD – apparso in moltissimi film, spot televisivi e radiofonici; nel 2015 ha vinto il premio come migliore attore alla prima edizione degli African Movie Awards, arrivando a raggiungere un patrimonio netto di 15 milioni di dollari. Tra i più ricchi e famosi dell’industria cinematografica nigeriana c’è infine il pluripremiato Desmond Elliot, adorato dai fan connazionali e noto per aver recitato in più di 200 film. Attori che, ormai, hanno acquisito una certa celebrità anche in Europa e negli USA. Il loro valore, e quello di tanti altri colleghi, per decenni è stato totalmente ignorato dall’Academy che, di conseguenza, è stata criticata per una scarsa diversità e inclusività. Nel 2015 si è diffusa sui social la campagna #OscarsSoWhite volta a criticare il fatto che – secondo il Los Angeles Times – il 94 per cento dei votanti per l’assegnazione degli Oscar era rappresentato da bianchi. In seguito a quella polemica sono entrati a far parte dell’Academy californiana cinque nuovi membri: l’attore Richard Mofe-Damijo, il regista C.J. Obasi, la produttrice Jade Osiberu e gli sceneggiatori Kunle Afolayan e Shola Dada.

Nollywood, il cinema nigeriano esplode – Le piattaforme streaming e gli investimenti

Da ormai tre-quattro anni i grandi servizi di streaming online come Netflix, Prime Video e Disney+, hanno iniziato a interessarsi a Nollywood, probabilmente con l’intento di arricchire la propria offerta e soddisfare il maggior numero di utenti possibili. Una partnership che, se nutrita ulteriormente, darebbe vita a un giro d’affari da milioni di dollari e genererebbe centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro. Alcuni accordi importanti ci sono già stati: Mosunmola Abudu, fondatrice e CEO del colosso africano dei media EbonyLife Media e soprannominata “la regina di Nollywood”, ha firmato con la Sony Pictures un accordo di “first look”. Ciò significa che il gruppo giapponese si è assicurato il diritto di visionare per primo una serie di prodotti ed eventualmente distribuirli a livello globale. Con la Westbrook Studios, fondata da Will Smith e Jada Pinkett, Abudu ha firmato un accordo per produrre insieme altri titoli. Ma ciò di cui va più fiera è l’unione con Netflix, che dal 2021 ad oggi ha permesso la nascita di diverse produzioni comuni di serie tv e film. Lo scopo è quello di creare “storie che hanno per soggetto e ambiente non più una certa parte di mondo ma possono riguardare e interessare chiunque”, ha spiegato Mosunmola Abudu al Financial Times

Nollywood, il cinema nigeriano esplode

L’obiettivo è quello di rendere il cinema nigeriano sempre più internazionale e appetibile e accordi come questi sicuramente facilitano l’operazione. Finanziamenti cruciali arrivano anche da parte delle istituzioni. Diversi enti, tra cui la Banca africana di sviluppo, hanno promosso un programma di finanziamento attraverso il progetto Investment in Digital and Creative Enterprises (I-DICE). Nel giro di pochi anni Nollywood si munirà probabilmente di strutture più moderne e diverrà sempre più interessante agli occhi degli investitori stranieri. Netflix, in un rapporto pubblicato di recente, ha spiegato di aver investito in Sud Africa più di cinque volte la quantità di denaro che ha iniettato nel mercato nigeriano dal 2016 al 2022. Centoventicinque milioni di dollari investiti in Sud Africa, rispetto ai $ 23,6 milioni in Nigeria, sebbene quest’ultima avesse sulla piattaforma più titoli (286) rispetto alla sua controparte sudafricana (186) sulla piattaforma. C’è dunque ancora molto da fare. I presupposti ci sono e la determinazione da parte dei professionisti anche. Nollywood è un’industria in continua evoluzione dove, sebbene abbia ancora ampio spazio il cinema d’autore, sta aumentando rapidamente la qualità del prodotto finito e la tendenza a sperimentare.

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Il prigioniero del secolo

La libertà di Assange, fondatore di WikiLeaks, è l’unica arma che abbiamo per contrastare chi sta costruendo passo dopo passo la Terza guerra mondiale. Ad affrontare il tema è Alessandro Di Battista, collaboratore de il Millimetro e tra i massimi esperti dell’argomento, oltre a essere protagonista di un fortunato tour teatrale incentrato sul giornalista australiano. Greta Cristini analizza geopoliticamente le origini dell’attentato terroristico islamista in Russia e i possibili scenari. All’interno anche L’angolo del solipsista, Vita da Cronista, Line-up, Pop Corn, Un Podcast per capello e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Giacomo Ciarrapico, Andrea Pamparana, Alessandro De Dilectis, Simone Spoladori, Riccardo Cotumaccio e Cesare Paris. Si aggiunge inoltre Tutt’altra politica di Paolo Di Falco. Copertina a cura de “I Buoni Motivi”.

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