Putin e la conferenza che non c’è

Ogni anno da 10 anni lo stesso consueto appuntamento, il più atteso di tutti nel mese di dicembre con centinaia di giornalisti pronti a fare domande al presidente russo Vladimir Putin per la sua conferenza annuale. Ogni anno da 10 anni ma non in questo: per la prima volta dal 2012 non ci sarà nessuna domanda e risposta in una delle conferenze stampa ormai divenute un simbolo della propaganda di Putin. Ad annunciarlo poco più di due settimane fa il portavoce del Cremlino Dmytry Peskov, senza dare una spiegazione ufficiale ma dichiarando che il Presidente russo potrà parlare “come fa regolarmente, anche durante le visite estere”. Anche se di occasioni internazionali, ultimamente, non ce ne sono state così tante, o almeno da quando all’alba del 24 febbraio Putin ha annunciato in diretta tv l’inizio dell’operazione militare speciale in Ucraina. Evitando sempre più spesso di mostrarsi in pubblico: complici prima la pandemia e poi la guerra, il leader russo, forse per il timore di domande scomode su cui persino lui potrebbe inciampare, preferisce saltare, per il momento, anche uno dei momenti tra i più auto-celebrativi dell’anno. Nonostante l’agenda di Putin non sia più fitta come una volta, il presidente russo si è comunque fatto vedere fuori dai confini russi come a casa: è così che nelle ultime settimane ha visitato Minsk, in Bielorussia, per il bilaterale con Alexander Lukashenko, o sia stato immortalato al Museo Russo di San Pietroburgo, sempre con l’amico e alleato bielorusso, questa volta per una colazione di lavoro per discutere delle relazioni tra i due Paesi. Lo scorso 22 dicembre ha persino riunito alcuni giornalisti al Cremlino per una conferenza stampa, più breve rispetto alle altre, tutti in piedi e nessun reporter straniero. “È evidente che questo non sia stato l’anno più facile e ordinario degli ultimi tempi; quali sono stati per lei i risultati raggiunti?” Ha chiesto una giornalista dell’agenzia di stampa Tass. “Non esistono situazioni ideali -, ha risposto Putin -. Quelle si verificano solo nei piani, sulla carta, e tu vuoi sempre qualcosa di più. In generale però, penso che la Russia abbia superato l’anno con sicurezza. Non temiamo che la situazione attuale ci impedisca di attuare i nostri piani per il futuro, anche per il 2023.”

Vladimir Putin – Gli eventi cancellati

Nei quasi 50 minuti di botta e risposta ampiamente programmati c’è tempo anche per una “sorpresa”, quando Putin definisce il conflitto armato in Ucraina una “guerra”, azione che prevede pene detentive per chi non la chiama “operazione militare speciale”. “Tutti i conflitti armati finiscono in un modo o nell’altro con un qualche negoziato sulla pista diplomatica. E non abbiamo mai rifiutato”, ha dichiarato Putin, accusando il governo ucraino di “essersi proibito di negoziare”. Il leader russo anche aggiunto, “Non vogliamo far girare la ruota del conflitto. Ci impegneremo affinché tutto questo finisca. E prima è, meglio è, ovviamente”. Anche se la parola “pace” viene pronunciata solo una volta, contro le tre in cui usa il termine “poslanie”, in russo messaggio, discorso, rispondendo alla domanda di un giornalista del perché quest’anno non ci sarà il discorso alle Camere unite del Parlamento, il messaggio all’Assemblea federale, obbligatorio in base alla Costituzione.

Putin e la conferenza che non c'è

“Penso che non ci sia stato neanche nel 2017, mi riferisco all’anno solare. Ma dovrebbe esserci. Qual è il problema? – chiede al giornalista Putin -. È che si tratta di eventi in rapido movimento, la situazione si sta sviluppando molto rapidamente. Pertanto, è stato molto difficile, probabilmente non molto, ma piuttosto difficile definire i risultati in un momento specifico e piani precisi per il prossimo futuro. Lo faremo all’inizio del prossimo anno, senza dubbio”. Sottolinea cose già dette, riferisce Putin al reporter, e dichiara di aver già parlato di questioni fondamentali in un modo o nell’altro, “per qualcosa di sostanziale, abbiamo bisogno di tempo e analisi aggiuntive di ciò che sta accadendo, di cosa stiamo parlando e pianificando per il prossimo futuro. Lo faremo. Non parlerò di date esatte, ma lo faremo sicuramente nel prossimo anno”. Cerca di tranquillizzare nonostante alla lista degli eventi cancellati nel 2022 si sia aggiunto il ricevimento di Capodanno e la partita di hockey in programma in Piazza Rossa, da sempre un must nell’agenda di Putin.

Vladimir Putin – Cosa è successo gli anni scorsi

Oltre ai misteri attorno agli appuntamenti rimandati dal Presidente russo, tra i dati anche quello di un calo di consensi nei confronti di Putin e delle sue politiche, almeno non più ai massimi livelli di qualche anno fa: ad ottobre scorso, secondo un sondaggio dell’Istituto indipendente russo Levada Center, per la prima volta dall’inizio della guerra su larga scala tra Russia e Ucraina, l’indice di gradimento del numero uno del Cremlino era diminuito. Dal 77% rispetto all’83% di agosto. E non solo: l’istituto ha infatti rilevato in un altro sondaggio condotto a novembre che il 53% degli intervistati sosterrebbe i colloqui di pace con l’Ucraina contro il 41% che si è espresso a favore della continuazione della guerra (il 6% si è detto indeciso sul tema). Eppure solo qualche anno fa, nel 2018, più di un miliardo di utenti attivi sui social hanno seguito la conferenza annuale del presidente lasciando un totale di 584.000 messaggi in soli due giorni, dal 20 al 22 dicembre.

Putin e la conferenza che non c'è

“La copertura totale è stata di oltre 1,1 miliardi di utenti. Queste cifre hanno notevolmente superato quelle del 2017, che in generale corrispondono all’aumento complessivo dell’attività degli utenti dei social media”, aveva commentato l’azienda russa di monitoraggio dei media in un report pubblicato qualche giorno dopo la conferenza. Nello stesso anno, la maggior parte degli utenti dei social media era interessata alla risposta di Putin sulle sue prospettive di matrimonio (38% del pubblico totale), al tema delle pensioni (29%) e all’intervista del presidente con una giovane affetta da una rara malattia (7,5%). Popolari anche le osservazioni di Putin secondo cui il governo russo non consentirebbe alcun aumento del prezzo del petrolio nel 2019 (3,2%) e quale regalo vorrebbe ricevere per Capodanno (2,3%). La maratona di domande e risposte del 2018, durata circa tre ore e 43 minuti, era stata trasmessa sui principali canali televisivi russi attirando 6,7 milioni di spettatori di età superiore a 18 anni.

Vladimir Putin – La conferenza del 2021 e la minaccia degli Stati Uniti

Stesso formato qualche anno più tardi, anche durante la conferenza del 2021, durata circa quattro ore, Putin ha affrontato diverse tematiche, dall’aumento dei prezzi del gas sul mercato europeo ai rapporti “buoni e stabili” con l’Italia. Un Paese, il nostro, che secondo Putin avrebbe potuto avere un ruolo nella normalizzazione delle relazioni Russia-Ue e anche attraverso i negoziati in programma fra Russia e Nato. Una illusione ancor più rimarcata dalla situazione attuale e dai segnali mandati dalle risposte di Putin anche a 365 giorni di distanza: “L’ulteriore espansione della Nato verso Est è inaccettabile – aveva dichiarato Putin nel 2021 -. Siamo noi a piazzare missili ai confini Usa? No. Sono gli Stati Uniti che sono già sulla soglia di casa nostra. Come reagirebbero gli americani se portassimo i nostri missili al confine statunitense con il Canada o il Messico?” Ancora nessuna porta aperta tra Washington e Mosca nei giorni in cui il Ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov, in una intervista all’agenzia di stampa Tass, si è scagliato contro l’Occidente e gli Stati Uniti, principale beneficiario del conflitto in Ucraina, ma anche protagonista delle minacce di un attacco che lui stesso definisce “decapitante” contro il Cremlino. “Alcuni ‘funzionari anonimi del Pentagono hanno effettivamente espresso la minaccia di sferrare un ‘attacco decapitante’ al Cremlino, che in realtà è una minaccia di tentato omicidio del presidente russo. Se tali idee sono davvero ponderate da qualcuno, allora questo qualcuno dovrebbe pensare meglio alle possibili conseguenze di tali piani”, ha dichiarato Lavrov. Anche se questo non è mai stato un film di spionaggio.

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Il prigioniero del secolo

La libertà di Assange, fondatore di WikiLeaks, è l’unica arma che abbiamo per contrastare chi sta costruendo passo dopo passo la Terza guerra mondiale. Ad affrontare il tema è Alessandro Di Battista, collaboratore de il Millimetro e tra i massimi esperti dell’argomento, oltre a essere protagonista di un fortunato tour teatrale incentrato sul giornalista australiano. Greta Cristini analizza geopoliticamente le origini dell’attentato terroristico islamista in Russia e i possibili scenari. All’interno anche L’angolo del solipsista, Vita da Cronista, Line-up, Pop Corn, Un Podcast per capello e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Giacomo Ciarrapico, Andrea Pamparana, Alessandro De Dilectis, Simone Spoladori, Riccardo Cotumaccio e Cesare Paris. Si aggiunge inoltre Tutt’altra politica di Paolo Di Falco. Copertina a cura de “I Buoni Motivi”.

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