Sono circa le otto del mattino di una afosa giornata milanese, giugno 1979. Sto andando al lavoro, come correttore di bozze per la rivista socialista “Critica Sociale”, in via Foro Buonaparte 24, nella mansarda al quarto piano dell’antico palazzo settecentesco, prospiciente la fermata della Metropolitana, Lanza, davanti ai cantieri in cui si lavora per la costruzione del Nuovo Piccolo Teatro. Siamo nel pieno della vicenda che passerà alla storia come il “caso Moro”. Da poco era stato ritrovato il corpo del presidente Aldo Moro dopo i 51 giorni dal rapimento e dalla strage di via Fani, a Roma.