(Adnkronos) – Come ogni anno, il 27 gennaio è la data scelta per La Giornata della Memoria, per ricordare il dramma dello sterminio e delle persecuzioni nei confronti del popolo ebraico. Il giorno è quello in cui, nel 1945, fu liberato il campo di concentramento di Auschwitz in Polonia, svelando gli orrori perpetrati all’interno dello stesso. E questa mattina a Villa Mondragone, si è tenuto un incontro aperto al pubblico intitolato “Io, studente Ebreo nel Nobile Collegio Mondragone (1943-1945)” con Graziano Sonnino. Nel 1943 un giovanissimo studente dovette cambiare identità, nascondere il suo nome, il mondo, la famiglia in cui era cresciuto e perfino le sue abitudini alimentari, ma riuscì a salvarsi dai rastrellamenti nazisti. Il suo nome era ed è Graziano Sonnino, aveva solo 9 anni e grazie al padre gesuita Raffaele de Ghantuz Cubbe, divenne un allievo del Nobile Collegio Mondragone. A ottant'anni da quegli avvenimenti, Sonnino ritorna a Villa Mondragone per dare una testimonianza diretta sulla sua esperienza che è anche sulla storia del Collegio destinato ai rampolli della nobiltà prima e dell'alta borghesia romana poi. Una testimonianza raccolta da alunni e alunne delle scuole elementari e superiori e da giovani studenti e studentesse universitari. A Nathan Levialdi Ghiron, rettore dell’università di Roma Tor Vergata, Massimo Pulcini, sindaco di Monte Porzio Catone, Marcella Pisani, presidente del Centro congressi e rappresentanza Villa Mondragone, hanno fatto i saluti istituzionali, assieme a Tommaso Caliò, direttore del CerSe- Centro romano di studi sull’Ebraismo e a Maria Macchi, Archivio storico della provincia euro-mediterranea della Compagnia di Gesù. Ha introdotto l’incontro Lucia Ceci, prorettrice alla Comunicazione dell'ateneo, mentre ha moderato Vittorio Capuzza, professore di Diritto a Roma Tor Vergata e storico appassionato di Villa Mondragone. E’ intervenuta anche Francesca Serratore, dottoranda di ricerca in Storia e scienze filosofiche sociali. —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)
- La legge fondamentale trae ancora oggi la sua forza dai cosiddetti “contrappesi” che la abitano.