Su di lui nemmeno una nuvola

Il Presidente è stato riconfermato con l’88% delle preferenze. Un risultato scontato ma che lo “zar” ha voluto rimarcare nel discorso per la vittoria

Ha corso da solo, è arrivato primo. Non c’erano dubbi, Putin li ha fugati tutti nel week end. Un altro mandato da leader assoluto: sarà al comando della Russia per i prossimi sei anni. Governa il Paese da venticinque, è entrato in carica a quarantasei, terminerà il suo corso (forse) alla soglia degli ottanta. Tutto molto semplice, nemmeno un intoppo. D’altronde, senza una opposizione, perdere è molto complicato. Chi, nel corso degli anni, si è messo contro lo zar, non ha mai avuto la meglio. In questo pezzo non parleremo di percentuali, di affluenza al voto, sarebbe abbastanza disonesto farlo.

Putin ha ricevuto quasi il 90% delle preferenze
Vladimir Putin ha vinto le presidenziali russe – (foto LaPresse) ilMillimetro.it

Racconteremo, invece, per esempio, come anche in Ucraina, per la prima volta dallo scoppio del conflitto, nelle quattro regioni occupate, si è votato Russia. E non in maniera del tutto spontanea. Migliaia di collaboratori del Cremlino, infatti, tra il 15 marzo e il 17 si sono recati casa per casa accompagnati da soldati armati per strappare al popolo il voto a favore dell’attuale Presidente. Fine della democrazia, stop.

Ucraina, agenti armati casa per casa

Ma non è tutto qui: in questi giorni di elezioni, terminate ieri sera, sono successe anche altre cose. Il governo, per esempio, in alcune regioni russe, ha deciso di regalare iPhone 15, asciugacapelli Dyson e cibo per invogliare le persone, soprattutto i giovani, a votare per lo zar. Le immagini che abbiamo visto riportano ai tempi peggiori: agenti armati di mitra dentro le cabine elettorali a controllare che il voto sia quello giusto. Parliamo di Russia e di elezioni russe soltanto perché c’è una guerra di mezzo che ci interessa e potrebbe destabilizzare il pianeta intero (vero obiettivo di Putin), altrimenti non avrebbe davvero senso farlo.

Agenti armati hanno fatto irruzione nelle quattro regioni ucraine occupate
In Ucraina la gente è stata costretta a votare lo zar – (foto LaPresse) ilMillimetro.it

E cosa accadrà adesso? Per quanto riguarda la NATO, il Presidente russo potrebbe puntare a mettere alla prova la determinazione dell’alleanza di difesa occidentale, secondo un’altra valutazione degli osservatori. Alexandra Vacroux, del Centro Davis per gli studi russi dell’Università di Harvard, ipotizza che Putin lancerà un tentativo di provocare l’alleanza in base all’articolo 5 entro i prossimi anni. Questo articolo, giova ricordarlo, stabilisce che un attacco armato contro un membro è considerato un attacco contro tutti i membri. Di conseguenza, ci sarebbe una reazione coordinata degli altri Stati.

La protesta voluta da Navalny e centinaia di arresti in tutto il Paese

Alexei Navalny (il più grande oppositore dello zar), prima di morire, aveva organizzato una grande manifestazione di protesta contro Putin, proprio nei giorni delle elezioni. La moglie, Yulia Navalnaya (che ieri nella scheda elettorale ha scritto il nome del marito), ha portato avanti senza paura la sua iniziativa: “Mezzogiorno contro Putin”. Le “vere” elezioni russe si sono svolte lontano dalle urne.

"Mezzogiorno contro Putin", la protesta organizzata da Navalny
Proteste in tutta la Russia (foto LaPresse) – ilMillimetro.it

Se l’arena politica del Paese è stata resa definitivamente un vuoto rituale, al punto che gli unici due candidati che hanno espresso contrarietà alla guerra in Ucraina (Ekaterina Duntsova e Boris Nadezhdin) sono stati “bloccati” ancor prima di riuscire a entrare nella competizione, l’opposizione a Putin si esprime in altri modi e cerca di mobilitarsi al di fuori del processo di voto: appelli dalle carceri, manifestazioni presso consolati e ambasciate all’estero, iniziative volte a provare ad annullare le schede e a invalidare il tutto. Chiaramente, nessun tentativo è andato a buon fine, anzi, non sono mancati gli arresti e i fermi da parte della polizia russa (quasi 100 persone in tre giorni).

Pupo al Cremlino

“Invece che starmene tranquillamente e comodamente a casa, ho deciso di andare in ‘trincea’”, ha dichiarato qualche settimana fa Pupo, nome d’arte di Enzo Ghinazzi, prima di imbarcarsi per Mosca. Una mossa folcloristica, nulla di più. Pupo si è esibito al Cremlino in questi giorni, cantando Gelato al cioccolato e Su di noi.

Tra Enzo Ghinazzi e Vladimir Putin c'è un rapporto che dura da anni
Pupo ha aperto la cerimonia al Cremlino – (foto LaPresse) ilMillimetro.it

Nessuna dichiarazione politica a favore dello zar, soltanto un grande attaccamento al Paese russo, da sempre terra di conquista per l’artista italiano. Lì, infatti, i suoi successi sono molto conosciuti ed è tra i cantanti stranieri più popolari e apprezzati. Lo stima anche lo zar, che Pupo conosce personalmente. “Il risultato delle elezioni rappresenta la totale fiducia dei cittadini sul fatto che faremo tutto come da programma”, ha detto Putin parlando dal quartier generale della sua campagna elettorale. Il Presidente ha espresso un ringraziamento anche ai soldati che combattono in Ucraina, sottolineando che la sua vittoria alle elezioni consentirà alla Russia di consolidare la società e diventare “più forte ed efficace”. “Nessuno sopprimerà mai la Russia quando saremo consolidati, siamo una famiglia unita”, ha detto. “Non importa quanto abbiano cercato di spaventarci, di sopprimere la nostra volontà, la nostra coscienza, nessuno ci è mai riuscito nella storia. Hanno fallito ora e falliranno in futuro”, ha aggiunto, tra l’esultanza dei suoi sostenitori.

“La mia vittoria dimostra che la Russia ha fatto bene a scegliere la sua strada attuale”. E su di lui, al momento, non c’è nemmeno una nuvola.

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Nativi indesiderati

Nell’ultimo decennio il Venezuela ha vissuto una metamorfosi sostanziale: nel mezzo le vite di chi fugge, chi torna e chi non se n’è mai andato. Ad affrontare il tema è Martina Martelloni, collaboratrice de il Millimetro, che direttamente sul posto ha raccontato la situazione degli indigeni, anche attraverso un eccezionale reportage fotografico. Alessandro Di Battista analizza le contraddizioni del “libero e democratico” Occidente nel rapportarsi con le operazioni militari di Israele, le sanzioni che colpiscono solo la Russia e le solite immagini che i TG nazionali nascondono. All’interno L’angolo del solipsista, Tutt’altra politica, Line-up, Un Podcast per capello e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Giacomo Ciarrapico, Paolo Di Falco, Alessandro De Dilectis, Riccardo Cotumaccio e Cesare Paris. Si aggiunge inoltre Ultima fila di Marta Zelioli. Copertina a cura de “I Buoni Motivi”.

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