Lotta alle sigarette usa e getta nel Regno Unito

Le sigarette elettroniche usa e getta, cosiddette “puff bar” o semplicemente “puff”, sono diventate negli ultimi anni sempre più popolari tra gli adolescenti, perché colorate, economiche e alla moda. Il prezzo basso e il packaging accattivante hanno fatto sì che sempre più giovani acquistassero questo tipo di sigaretta divenuta ormai un accessorio, ma anche un’arma pericolosa per la salute, tanto che la Gran Bretagna, da mesi, sta pensando di imporre delle restrizioni molto severe sulla vendita. Lo scopo del Governo è quello di fermare la tendenza ed evitare importanti danni alla salute di centinaia di migliaia di minori. Sebbene la vendita di “puff bar” sia vietata ai minori di 18 anni, secondo gli ultimi dati nel Regno Unito quasi il 12% dei giovani tra gli 11 e i 17 anni ha provato a “svapare”. Secondo il Financial Times il 14% degli adolescenti inglesi tra i 14 e i 17 anni usa vaporizzatori più di una volta alla settimana. La spinta è partita in primis dal Galles che ha iniziato a esortare il governo a intervenire. Poi si è unita la Scozia che, in particolare, ha acceso i riflettori sia sull’ingente quantità di rifiuti prodotti dalle sigarette elettroniche usa e getta, sia sulla giovane età dei consumatori. Humza Yousaf, Primo ministro della Scozia, ha definito i vaporizzatori come “una minaccia per la salute pubblica e per l’ambiente”. A sostegno della sua tesi anche quanto detto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ossia che ci sarebbero diverse prove che suggeriscono che nei giovani che non hanno mai fumato ma usano le sigarette elettroniche si raddoppiano le possibilità che essi inizino a fumare sigarette di tabacco in età avanzata. 

Lotta alle sigarette usa e getta nel Regno Unito – Danni alla salute e all’ambiente 

Per quanto riguarda la questione relativa all’inquinamento, le puff bar non solo diventano molto rapidamente un oggetto smaltito senza regole e quindi altamente inquinante, ma anche una potenziale arma che, come altri vaporizzatori, fa aumentare notevolmente il rischio di incendi sia nei camion che trasportano l’immondizia sia nelle strutture di smaltimento dei rifiuti. I vaporizzatori usa e getta – che andrebbero gettati in appositi cassonetti con la scritta “Recycle vapes here – ricicla le sigarette svapo qui” – contengono fili di rame e batterie al litio, entrambi materiali preziosi e al contempo facilmente infiammabili. Per legge, ogni negozio che vende vaporizzatori è tenuto a riprenderli indietro, eppure sono in pochi i commercianti che realmente dispongono di impianti di riciclaggio, poiché molto costosi. Secondo una ricerca del gruppo Material Focus (un’organizzazione no profit che promuove l’aumento dei tassi di riciclaggio), nell’ultimo anno nel Regno Unito sono stati gettati via cinque milioni di vaporizzatori usa e getta ogni settimana, una cifra che rispetto all’anno precedente è aumentata di ben quattro volte. Secondo l’indagine solo il 17% dei fumatori ricicla i propri vaporizzatori negli appositi contenitori per il riciclaggio. Da parte sua, l’industria dello svapo afferma che sta lavorando per migliorare le percentuali di riciclaggio, con risultati non ancora riscontrabili. Un portavoce di Elfbar, il marchio cinese di sigarette usa e getta più popolare del Regno Unito, ha affermato che è “pienamente impegnato ad aumentare i tassi di riciclaggio” e sta lavorando per mettere in atto migliaia di punti di riciclaggio nei punti vendita e aumentare la riciclabilità dei suoi prodotti. Material Focus, inoltre, ha calcolato che gli adulti nel Regno Unito vengono acquistati circa 30 milioni di vaporizzatori al mese e che tutti i vaporizzatori gettati via in un anno contengono abbastanza litio da fornire batterie per 5000 auto elettriche. Il potenziale costo annuo per riciclare tutte le sigarette acquistate dai fumatori della Nazione ammonterebbe a 200 milioni di sterline. Da tempo, nel Paese, gruppi di attivisti chiedono norme più severe sul marketing rivolto ai minori.

Lotta alle sigarette usa e getta nel Regno Unito

Un marketing indubbiamente molto efficace che punta su confezioni dai colori vivaci e pacchetti convenienti (venduti a sole 5 sterline) che i bambini scambiano per caramelle o giocattoli. Altre richieste particolarmente insistenti sono quelle che si focalizzano sulla creazione di un’imposta specifica per il prodotto considerato nocivo per la salute. Secondo l’organizzazione STOP, che monitora l’industria del tabacco, è la combinazione di sapori fruttati, pacchetti accattivanti e promozione sui social network da parte degli influencers ad attirare un numero di giovani potenzialmente sempre crescente. Come nel caso delle sigarette elettroniche, la gran parte dei vaporizzatori monouso contiene nicotina, che crea dipendenza. Il contenuto varia da 0 a 20 mg e dipende dal tipo di sigaretta acquistato. Quasi la metà dei consumatori – secondo un’analisi dell’organizzazione Drugwatch – ha avuto effetti collaterali come tosse, mancanza di respiro e palpitazioni cardiache. C’è poi uno studio che ha dimostrato che l’uso prolungato di prodotti svapo (anche senza nicotina) può compromettere significativamente la funzione dei vasi sanguigni in tutto il corpo, aumentando dunque il rischio di malattie cardiovascolari. Sull’entità degli effetti a lungo termine ancora non si può dire molto in quanto, proprio per una questione temporale (le puff sono in commercio dal 2019) mancano ricerche mediche al riguardo. I Consigli di Regno Unito e Galles, tuttavia, non sono del tutto contrari alle sigarette usa e getta poiché riconoscono che sono meno dannose del tabacco e che possono aiutare i fumatori a smettere. Il focus è sul potenziale danno inferto ai minori e sulla necessità, dunque, di nuove misure per reprimere lo svapo illegale tra gli adolescenti. Un divieto generale, inoltre, potrebbe far sì che i prodotti del mercato nero, nei quali sono stati riscontrati livelli elevati di piombo e nichel, invadano il Regno Unito. L’organizzazione benefica antifumo Ash ha affermato di non essere favorevole al divieto, che appunto incentiverebbe le vendite illegali, ma richiede tassi più alte sui prodotti usa e getta e controlli più forti sulle importazioni e sulle vendite. Un portavoce di Elfbar ha fatto sapere che l’azienda sta lavorando allo sviluppo di un programma completo per salvaguardare e proteggere i bambini. Mentre le aziende si danno da fare, sia in Scozia sia in Inghilterra, i ministri stanno lavorando a nuovi piani che dovrebbero essere annunciati in autunno.

Lotta alle sigarette usa e getta nel Regno Unito – Le restrizioni in altri Paesi

Al di là della Gran Bretagna ci sono altri Paesi europei che hanno affrontato la questione. In Irlanda, per esempio, l’ONG Voice Ireland ha lanciato una petizione al riguardo, promuovendo la campagna #BanDisposableVapes (bandisci le sigarette svapo) e invitando gli utenti a firmare la petizione così da rendere l’Irlanda il primo Paese in Europa a rimuoverle dal mercato. Anche in Germania il Governo, preoccupato per le abitudini dei giovani, sta pensando a un divieto assoluto delle sigarette elettroniche usa e getta e in Belgio la vendita online è già stata vietata. Da un sondaggio francese è emerso che in Francia il 17% degli adolescenti utilizzava dispositivi monouso, per poi passare ad altri prodotti, pertanto, il Governo ha annunciato la sua intenzione di porre un freno a questa tendenza. Il Primo ministro Élisabeth Borne ha detto chiaramente che le sigarette elettroniche usa e getta saranno “presto vietate”, nell’ambito del piano anti-tabacco previsto per il periodo 2023-2028. L’Australia, poi, ha messo in atto misure per rendere i vaporizzatori disponibili solo a coloro che posseggono una specifica prescrizione, mentre la Nuova Zelanda ha stabilito una serie di restrizioni che vietano ai negozi di vaporizzatori di stabilire la propria attività nel raggio di 300 metri da una scuola e, inoltre, devono garantire la possibilità di rimuovere le batterie dalle puff, così da ridurne l’impatto ecologico. Nel giro di qualche settimana il Governo inglese renderà note le proprie intenzioni ed è probabile che per i teenager britannici diventi sempre più difficile munirsi di quello che ormai è diventato a tutti gli effetti uno degli accessori più in voga. 

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Il prigioniero del secolo

La libertà di Assange, fondatore di WikiLeaks, è l’unica arma che abbiamo per contrastare chi sta costruendo passo dopo passo la Terza guerra mondiale. Ad affrontare il tema è Alessandro Di Battista, collaboratore de il Millimetro e tra i massimi esperti dell’argomento, oltre a essere protagonista di un fortunato tour teatrale incentrato sul giornalista australiano. Greta Cristini analizza geopoliticamente le origini dell’attentato terroristico islamista in Russia e i possibili scenari. All’interno anche L’angolo del solipsista, Vita da Cronista, Line-up, Pop Corn, Un Podcast per capello e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Giacomo Ciarrapico, Andrea Pamparana, Alessandro De Dilectis, Simone Spoladori, Riccardo Cotumaccio e Cesare Paris. Si aggiunge inoltre Tutt’altra politica di Paolo Di Falco. Copertina a cura de “I Buoni Motivi”.

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