La Francia è migliore di noi

Non voglio dire che sia un Paese modello e che tutti gli altri debbano seguire il suo esempio. Anzi, sì, forse voglio dire proprio questo

Avevamo un’occasione, l’abbiamo fallita. È capitato spesso nella nostra storia, non è nemmeno una novità. Potevamo prenderci una rivincita ai danni di un popolo che non abbiamo mai stimato abbastanza. E forse l’errore è stato proprio questo, sentirci superiori quando, invece, numeri e dati alla mano, non lo siamo mai stati. Presunzione? A volte anche poca scaltrezza, furbizia, scarsa propensione alle responsabilità. La Francia è un Paese civile, l’ingresso in Costituzione del diritto all’aborto ne è la dimostrazione lampante. E, attenzione, lo è nei confronti del mondo intero, non è esclusivamente una nostra sconfitta. Avremmo dovuto prendere spunto già da tempo, anziché criticarli e sentirci imbattibili. Di solito, i più grandi nemici sono quelli che ti superano, non esiste un nemico perdente.

Svolta nella Costituzione francese
Il presidente francese Emmanuel Macron – (foto LaPresse) ilMillimetro.it

Da chi ne sa più di te, da chi fa una cosa migliore di te, puoi però rubare con gli occhi e imparare. E non per forza sputarci sopra perché quello è un “nemico”. Questo può accadere nella vita di tutti i giorni, in politica, nello sport (dove, comunque, ci siamo sempre difesi), per strada. Il popolo francese è sinonimo di compattezza e non ha mai dato segnali di cedimento. Se c’è da scendere in piazza per protestare, lo fanno tutti insieme a prescindere dalle ideologie, con coesione e unione di intenti. Con questo non voglio dire che la Francia sia un Paese modello e che tutti gli altri debbano seguire il suo esempio. Anzi, sì, forse voglio dire proprio questo.

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Nativi indesiderati

Nell’ultimo decennio il Venezuela ha vissuto una metamorfosi sostanziale: nel mezzo le vite di chi fugge, chi torna e chi non se n’è mai andato. Ad affrontare il tema è Martina Martelloni, collaboratrice de il Millimetro, che direttamente sul posto ha raccontato la situazione degli indigeni, anche attraverso un eccezionale reportage fotografico. Alessandro Di Battista analizza le contraddizioni del “libero e democratico” Occidente nel rapportarsi con le operazioni militari di Israele, le sanzioni che colpiscono solo la Russia e le solite immagini che i TG nazionali nascondono. All’interno L’angolo del solipsista, Tutt’altra politica, Line-up, Un Podcast per capello e Nel mondo dei libri, le consuete rubriche di Giacomo Ciarrapico, Paolo Di Falco, Alessandro De Dilectis, Riccardo Cotumaccio e Cesare Paris. Si aggiunge inoltre Ultima fila di Marta Zelioli. Copertina a cura de “I Buoni Motivi”.

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